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Attivisti in protesta bloccano il ponte della Ghisolfa: “Vogliamo la pista ciclabile ora”

Nuova protesta sul ponte della Ghisolfa a Milano da parte di 400 attivisti ciclisti che chiedono al Comune l’installazione di una pista ciclabile.
A cura di Filippo M. Capra
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Nuova protesta sul ponte della Ghisolfa degli attivisti ciclisti che stanno chiedendo a gran voce una pista ciclabile sul tratto di strada che collega la Bovisa a piazzale Lotto. In quattrocento ieri pomeriggio si sono radunati in piazzale Lugano, all'imbocco del ponte, per protestare contro il Comune, reo di non aver ancora provveduto a prendersi cura delle 1.599 bici, i 328 monopattini e i 694 pedoni che quotidianamente percorrono il tratto di strada.

Sul ponte della Ghisolfa passano 2.621 tra bici, monopattini e pedoni al giorno

I numeri non sono casuali. Come riportato da Repubblica, nella giornata di mercoledì 18 maggio, dalle 7.30 alle 20.30, un totale di venti cittadini si sono alternati per tredici ora di fila per contare il numero di passaggi di bici, monopattini e pedoni sul ponte in entrambi i sensi di marcia. Il conto finale è stato di 2.621 passaggi totali. Gli attivisti hanno sostenuto che con la realizzazione della pista ciclabile, nelle ore di punta, i dati relativi alle bici possano passare "da 1.599 al giorno a 6.010. Nelle ore di punta potrebbero passare da 174 bici a 654 bici, con una media oraria di 462 bici".

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I manifestanti: Basta parole, vogliamo i fatti

Una delle militanti presenti alla protesta ha dichiarato che "il ponte della Ghisolfa viene percepito come luogo trafficato esclusivamente dalle automobili, invece è molto utilizzato da bici, monopattini e pedoni". Questo il motivo della protesta: "Realizzare la pista ciclabile è innanzitutto una scelta politica, non bisogna nascondersi dietro al problema economico". Un altro attivista ha ricordato al sindaco Sala che "il suo punto di riferimento politico è un partito che ha le tematiche ambientali come primo punto della sua agenda. Quindi le piste ciclabili, soprattutto nei percorsi più frequentati e pericolosi, dovrebbero essere una priorità concreta: dalle parole ora vogliamo i fatti", ha poi concluso.

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