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Covid 19

Atteso per domani il monitoraggio dell’Iss: la Lombardia verso la conferma della zona rossa

Domani venerdì 26 marzo ci sarà il consueto monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità necessario per decretare un nuovo passaggio in un’area meno critica. Per la Lombardia però sembrerebbe essere confermata la zona rossa. Stando a quanto detto dal direttore generale al Welfare di Regione, Giovanni Pavesi, nonostante l’indice Rt si sia stabilizzato, i dati non fanno sperare in un inserimento in area arancione.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Lombardia resterà in zona rossa. Domani, venerdì 26 marzo, è atteso il consueto monitoraggio elaborato dall'Istituto superiore della Sanità insieme al ministero della Salute e, stando a quanto affermato ieri dal direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi, i numeri lombardi lasciano pensare che la Regione continuerà a permanere nella area più critica.

Il dg Pavesi, durante la commissione in Regione, ha infatti spiegato che nonostante in questo momento ci sia una stabilità dell'indice Rt, non esistono elementi per poter dire che sia plausibile un passaggio in zona arancione. I contagi negli ultimi giorni in effetti sono in leggero calo soprattutto in quelle province come Milano e Brescia largamente colpite dalla nuova ondata di casi e dalle varianti del Covid-19, in particolare quella inglese. A preoccupare però è la pressione sugli ospedali. Solo nella giornata di ieri, mercoledì 24 marzo, si sono registrati 7.178 ricoveri nei reparti Covid e 845 in terapia intensiva. Stando all'ultimo rapporto dell'Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali, la percentuale dei posti letto occupata nei reparti di terapia intensiva è al momento del 60 per cento. Nelle aree non critiche invece è del 53 per cento.

L'incidenza dei casi

Un'ulteriore conferma arriva anche dall'incidenza dei casi. Per passare in un'area meno critica è necessario stare sotto la soglia dei 250 casi ogni centomila casi: la media regionale è a 298, in calo rispetto alla scorsa settimana quando era sopra i trecento. L'incidenza più alta si registra a Brescia, Como, Cremona, Monza e Mantova dove si sono superati i 330 casi ogni centomila abitanti. L'incidenza più bassa si ha a Bergamo e Lodi dove invece si hanno meno di 250 casi ogni centomila abitanti.

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