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Antonio Iannetti uccide lo zio perché aveva una storia con l’ex fidanzata: “Ha tradito la mia fiducia”

Antonio Iannetti ha ucciso suo zio Roberto Parisi nella notte tra il 25 e 26 marzo a Cesano Boscone (Milano). Il 41enne aveva intrapreso una relazione sentimentale con la ex fidanzata del nipote, mai accettata dal giovane. “Ma non ero geloso”
A cura di Francesca Del Boca
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Roberto Parisi (a sinistra) e Antonio Iannetti (a destra) - foto da Facebook
Roberto Parisi (a sinistra) e Antonio Iannetti (a destra) – foto da Facebook

Una donna contesa tra zio e nipote. E forse anche problemi di lavoro pregressi, dovuti all'attività che i due avevano condiviso per un lungo periodo. Ci sarebbero rancori maturati nel tempo a fare da sfondo all'omicidio di Roberto Parisi, 41 anni, assassinato lo scorso lunedì 25 marzo dal nipote 28enne Antonio Iannetti a Cesano Boscone, hinterland di Milano: da pochi mesi lo zio aveva iniziato una relazione sentimentale con la ex fidanzata dell'altro, che con la donna aveva avuto una figlia. Una storia mai digerita dal ragazzo. Così il 28enne, al termine dell'ennesimo incontro chiarificatore, ha estratto un coltello a serramanico dalla tasca e ha ucciso lo zio con sette fendenti. "Ma non ero geloso", dirà il giovane sotto interrogatorio. "Ho vissuto tutto questo come un'ingiustizia, ha tradito la mia fiducia".

E ancora. "Ho capito che se la mia ex compagna e mio zio si erano comportati così con me, evidentemente non ne valeva la pena. Io volevo bene alla mia ex compagna ed anche a mio zio, eravamo molto legati e proprio per questo ho vissuto come un'ingiustizia quello che lui mi ha fatto e soprattutto il fatto che non se ne rendesse conto", sono state le parole di Iannetti, recluso a San Vittore con l'accusa di omicidio volontario. "Lui non mi ha mai detto che era dispiaciuto. Anzi, mi ha detto che non era abbastanza quello che mi aveva fatto, e che me lo meritavo". Un altro dissapore che si aggiunge a quelli avuti in ambito professionale: i due, per lungo tempo, hanno lavorato fianco a fianco come serramentisti. Poi le lamentele dei clienti, problemi con le consegne, le strade che si dividono.

Il 28enne, davanti agli inquirenti, ha ripercorso anche gli attimi in cui ha aggredito e ucciso lo zio Roberto Parisi la notte del 25 marzo. "A un certo punto ha detto “io me ne vado” e ha fatto per rientrare in macchina. Gli ho detto di non andarsene. Lui si è voltato e mi ha dato un pugno. Io ho reagito e ci siamo dati pugni e calci". Poi il momento delle coltellate. "Ho visto tutto buio, e il coltello insanguinato nella mano destra".

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