“Animali morti mangiati dai topi”: dopo l’inchiesta di Greenpeace scatta il sequestro di un allevamento di maiali

Lo scorso 6 novembre, Greenpeace ha diffuso l'inchiesta "Dietro le sbarre", condotta all'interno di uno degli allevamenti intensivi di proprietà della Società Agricola La Pellegrina S.p.A. a Roncoferraro, nel Mantovano. Contestualmente, l’organizzazione ha presentato anche un esposto alle autorità per denunciare le "pessime condizioni igienico-sanitarie" riscontrate all'interno dell'allevamento.
Il caso è quindi passato ai Carabinieri del NAS che hanno effettuato un’ispezione, sanzionando la società con una multa di 10mila euro. Parallelamente, l’Ats Val Padana ha anche disposto il "blocco della movimentazione degli animali" e il sequestro di tutti i suini al fine di garantire il rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza.
L'inchiesta "Dietro le sbarre"
Secondo quanto documentato nell'inchiesta di Greenpeace, la Pellegrina è detenuta al 100% dal Gruppo Veronesi (Veronesi Holding S.P.A.), l’impero che si cela a diversi marchi dell'alimentare come AIA, Negroni e Wudy, e si trova al secondo posto nella classifica delle prime 5 aziende zootecniche italiane con ricavi annui miliardari.
Nello specifico, l'inchiesta racconta la "realtà inaccettabile" che esisterebbe all'interno dell'allevamento della società di Roncoferraro. Tra le segnalazioni più gravi, la presenza di ratti in tutta la struttura, "anche a diretto contatto con i maiali", una sporcizia diffusa e infestazioni di insetti. "Un filmato mostra alcuni ratti in un’area in cui sono stati abortiti dei piccoli, che sono stati poi morsi o mangiati dai ratti", ha denunciato la ONLUS. Inoltre, "diverse scrofe presentano lacerazioni apparentemente non curate e prolassi uterini, mentre alcune carcasse di suinetti appaiono abbandonate da più di 24 ore".

L'ispezione dei carabinieri
Sulla spinta dell'inchiesta e dell'esposto presentato da Greenpeace, i carabinieri del NAS (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità) hanno quindi organizzato un'ispezione all'interno dell'allevamento. Durante l'operazione, i militari hanno riscontrato "gravi non conformità gestionali e strutturali, soprattutto in materia di biosicurezza e benessere animale". Per questo, il legale rappresentante della società è stato multato per 10 mila euro e l’Ats Val Padana ha disposto il sequestro di tutti i suini per garantire il rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza.
L'intervento, che è un primo passo importante verso la tutela del benessere animale e dell’ambiente, conferma "l’urgenza di un cambiamento strutturale nel comparto zootecnico su tutto il territorio nazionale, perché questo, purtroppo, non è un caso isolato", ha commentato Simona Savini, campaigner Agricoltura di Greenpeace Italia.
Non isolato, ma sicuramente emblematico perché di proprietà di uno dei più grandi gruppi italiani e "parte integrante del sistema insostenibile degli allevamenti intensivi", ha concluso Savini, con la speranza che il caso possa "aprire una seria discussione a livello istituzionale per una reale e non più rimandabile trasformazione del comparto zootecnico in chiave agroecologica".