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Angelo Bonomelli ucciso con il Rivotril nel caffè, la difesa: “Già usato per stordire e rapinare, non volevano uccidere”

Dopo la condanna per la morte di Angelo Bonomelli, Matteo Gherardi, Omar Poretti, Luigi Rodolfo Gherardi e Jasmine Gervasoni hanno fatto appello contro la sentenza, considerata “ingiusta” dagli avvocati difensori: “Già usato il Rivotril per stordire e rapinare persone anziane, non volevano uccidere”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Matteo Gherardi e Angelo Bonomelli
Matteo Gherardi e Angelo Bonomelli

Una pena di 26 anni a Matteo Gherardi e Omar Poretti, una di 15 anni a Luigi Rodolfo Gherardi e a Jasmine Gervasoni, condannati dalla Corte d’Assise del tribunale di Bergamo per la morte di Angelo Bonomelli, noto imprenditore di Trescore narcotizzato in un bar e abbandonato nella sua auto in un parcheggio di Entratico il 7 novembre 2022. Dopo la sentenza, a luglio 2024, gli imputati hanno deciso di fare appello contro la sentenza perché "nonostante l’articolo 533 cpp preveda che si scelga sempre in favore dell’imputato, la Corte di Bergamo ha scelto quella più sfavorevole ai quattro", ha spiegato l’avvocato Gianluca Quadri, difensore di Gherardi.

Secondo quanto ricostruito dall'attività investigativa l'imprenditore, prima di essere ritrovato senza vita all'interno della propria auto, aveva incontrato in un bar della zona il 34enne Matteo Gherardi, il padre Rodolfo Gherardi, 59 anni, la fidanzata del giovane Jasmine Gervasoni, 25 anni, e l'amico Omar Poretti, 26. Con loro aveva bevuto un caffè, per poi rialzarsi barcollante e non riprendere più conoscenza. Nella bevanda, come emerso nelle indagini, era stata versata un'intera boccetta di Rivotril: una dose che è stata letale per l'uomo di 80 anni che è morto nel giro di poche ore. Dal suo polso mancava l’orologio d’oro Longines, dal quale non si separava mai, così come portafogli e cellulare. I quattro sono stati accusati a vario titolo di omicidio volontario con dolo eventuale pluriaggravato, rapina e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e la pm Chiara Monzio Compagnoni ha chiesto una condanne di 26 anni per Matteo Gherardi e Omar Poretti, e una di 15 anni per Luigi Rodolfo Gherardi e a Jasmine Gervasoni.

Quanto accaduto è tornato attuale due giorni fa, mercoledì 30 aprile, in occasione dell'udienza d'appello chiesta dalla difesa in seguito alla sentenza di condanna del pm. Argomento centrale nella difesa dell'avvocato Quadri è stato quello che ha definito "il muro invalicabile delle pregresse esperienze di Matteo Gherardi", con cui ha fatto riferimento a tre precedenti (ipotetici perché non ancora giunti a sentenza definitiva) nei quali il suo assistito, Rodolfo Gherardi, aveva già fatto uso di Rivotril per stordire e rapinare persone anziane (che sempre si erano riprese) per dimostrare la non volontà dell'uomo di uccidere Bonomelli, ma "soltanto" di tramortirlo.

Le arringhe delle difese hanno poi insistito su una serie di recenti sentenze per dimostrare la presunta sproporzione della pena. In particolare, Quadri ha citato alcuni verdetti per omicidio volontario accaduti nella stessa zona: il marito che si lanciò con l’auto nel fiume e annegò la moglie che tentava di salvarsi (21 anni); la colf che defenestrò una pensionata (21 anni); la donna che uccise il cugino a colpi di batticarne (15 anni e 8 mesi in abbreviato); il giovane che accoltellò un tunisino dopo un diverbio per futili motivi (21 anni).

Ricalcando le conclusioni del primo grado, però, il procuratore generale Pier Umberto Vallerin ha chiesto la conferma delle condanne: 26 anni per Matteo Gherardi e l’amico Omar Poretti, e 15 anni per la fidanzata di Gherardi, Jasmine Gervasoni, e per il padre 71enne, Luigi Rodolfo Gherardi. "Una sentenza ingiusta", per l'avvocato Quadri secondo cui laccusa avrebbe ragionato "al contrario", partendo dal presupposto di trovarsi di fronte a un omicidio volontario con dolo eventuale. Il 21 maggio repliche e sentenza.

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