Adescano online 135 donne per violentarle fingendosi ginecologi: i due indagati non rispondono all’interrogatorio

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere il produttore Alessandro Marco Possati e il medico radiologo, ora in pensione, Antonio Cirla, durante l'interrogatorio di garanzia che questa mattina si è svolto davanti al giudice per le indagini preliminari di Milano, Mattia Fiorentini. I due indagati si trovano agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale di gruppo: secondo gli investigatori avrebbero adescato almeno 135 ragazze online fingendosi ginecologi e simulando di volerle ingaggiare come attrici in uno spot pubblicitario per un fantomatica clinica medica. Questo però sarebbe stato solo il pretesto per attirarle in uno studio in via Francesco Sforza, a Milano, dove le vittime sarebbero state in realtà violentate e filmate a loro insaputa.
I video degli abusi sarebbero stati poi diffusi da parte di Possati su chat Telegram nelle quali venivano scambiati video a sfondo sessuale con contenuti di pornografia "clinical". Dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, coordinate dal pm Antonio Pansa, è emerso che le ragazze raggirate sarebbero state almeno 135, mentre quelle violentate almeno sei. Secondo l'accusa, i due indagati avrebbero agito "in maniera seriale" e "da anni". Per riuscire meglio nel loro intento e fare in modo che le ragazze si fidassero, Possati e Cirla negli scambi di email e nelle chat si firmavano con nomi femminili.
Nella messa in scena, Possati avrebbe interpretato il ruolo di cameraman. Il 42enne, residente a Venezia ma nato negli Stati Uniti, risulta titolare di una casa di produzione cinematografica attiva dal 2012 nella realizzazione di video commerciali e documentaristici. I video a sfondo sessuale, registrati senza il consenso delle ragazze, sarebbero stati girati all'interno di uno studio appartenente a una società (non indagata) che mette a disposizione i suoi spazi ai professionisti in ambito medico. I locali venivano affittati dai due indagati grazie a documenti falsi.