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A Milano niente più tamponi ai contatti stretti: “Pericoloso per chi vive con un positivo”

Ats Milano ha comunicato ai medici di base che i tamponi ai contatti stretti asintomatici di persone positive al Covid sono momentaneamente sospesi. Una decisione presa a causa delle criticità del sistema di tracciamento, collassato a causa dell’aumento dei contagi. La scelta però rischia di essere problematica soprattutto per chi vive in famiglia e in condizioni abitative che non garantiscono un isolamento sicuro. A spiegarlo a Fanpage.it è Anna Carla Pozzi, segretaria per la provincia di Milano della Federazione medici di medicina generale (Fimmg).
A cura di Ilaria Quattrone
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Nelle ultime settimane l'aumento dei contagi da Coronavirus in Lombardia, e in particolare in città come Milano, ha mandato in tilt il sistema di tracciamento. Ieri, mercoledì 4 novembre, Ats (Agenzia di tutela della salute) della città metropolitana di Milano ha comunicato ai medici di base che il tampone ai contatti stretti non sarà più effettuato. O meglio non sarà fatto per coloro che durante l'isolamento domiciliare non presentano sintomi. Una scelta che alleggerirà sicuramente il carico di lavoro, ma che rischia di essere una bomba a orologeria soprattutto per coloro che entrano a contatto con un caso positivo in famiglia. E a spiegarlo in un'intervista a Fanpage.it è Anna Carla Pozzi, segretaria per la provincia di Milano della Federazione medici di medicina generale (Fimmg).

Dottoressa, in questo modo non si rischia di mandare per le strade persone che potrebbero continuare a essere positive al virus? 

Non proprio. Se io ho un contatto con un caso risultato positivo al tampone molecolare, basta rimanere in isolamento per 14 giorni. Se nell'arco di quel periodo non ho sviluppato nessun tipo di sintomo significa allora che non ho preso il Covid. L'incubazione infatti, secondo quanto abbiamo potuto verificare e visto finora, è di due settimane.

È una regola che vale per tutti i casi?

Dipende. Se io ho un collega di lavoro che è risultato positivo al tampone molecolare, anche se sarò considerato contatto stretto e sarò messo in isolamento, se non sviluppo nessun tipo di sintomo – come detto prima – significa che posso stare tranquillo. La situazione è più complicata se un mio familiare è positivo: in questo caso è difficile capire quando è stato l'ultimo contatto.

E in questo caso non è più pericoloso non fare i tamponi dopo i 14 giorni? 

Ancora una volta dipende dai casi: si presuppone infatti che io abbia senso civico e che il mio familiare stia in isolamento in una stanza tutta sua. Soprattutto che io eviti ogni tipo di contatto e che tutti rispettino le procedure previste in materia. Anche in questo caso, però, se non sviluppo dei sintomi significa che non ho contratto il Coronavirus.

E nel caso di persone che non sono in una condizione abitativa sicura?

In quel caso la situazione è più complicata. Sappiamo benissimo che non tutti hanno la possibilità di svolgere la quarantena in sicurezza e quindi di avere una camera per sé, un bagno personale e tutto il necessario per non essere veicolo di contagio per i propri famigliari. Per questo motivo sono essenziali i Covid hotel: strutture alberghiere predisposte a far svolgere l'isolamento in sicurezza. Al momento questa è infatti la soluzione migliore per garantire e soprattutto contenere i contagi.

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