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A Codogno resta la cittadinanza onoraria a Mussolini, il sindaco: “Non si cancella la storia”

È polemica per la decisione del sindaco di Codogno, paese simbolo della pandemia in provincia di Lodi, di non cancellare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini alla vigilia della celebrazione del 25 aprile. Per il primo cittadino “cancellare la storia non aiuta: va studiata, solo imparandola si possono evitare gli errori già commessi”.
A cura di Giorgia Venturini
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Non intende cancellare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini il sindaco leghista di Codogno Francesco Passerini: "Cancellare la storia non aiuta: va studiata, solo imparandola si possono evitare gli errori già commessi", come spiega il primo cittadino. Scoppia di nuovo la polemica nella città simbolo della pandemia, alla vigilia della commemorazione della Festa della Liberazione di domani 25 aprile. Non sono mancati nel corso degli anni i tentativi per cancellare la cittadinanza onoraria a Mussolini: due anni fa l'opposizione e l'Anpi presentarono in Consiglio comunale una mozione, ma venne respinta. Allora il sindaco si era astenuto.

A poche ore dalle celebrazioni del 25 aprile le associazioni ex partigiane ritornano a chiedere al primo cittadino un cambio di rotta: ma ancora una volta sembra il sindaco sia rimasto sulla sua posizione. Commentando all'agenzia stampa Adnkronos la sua decisione: "Sarebbe sbagliato contestualizzare o attualizzare situazioni che nulla hanno a che fare con la vita recente, fu un’iniziativa dell’Anci del tempo, è un atto storico come quando Napoleone Bonaparte ha dormito a Codogno e poi è andato a Lodi a fare la guerra. Non si può pensare di cancellare e demolire tutto perché costruito da una parte della storia “particolare”".

Mussolini cittadino onorario anche a Salò

Non è solo Codogno ad avere Mussolini come cittadino onorario: il duce resta cittadino onorario anche a Salò, a 96 anni da quando l'onorificenza gli fu attribuita, nel 1924. Lo ha stabilito il Consiglio comunale della cittadina della provincia di Brescia, passata alla storia per aver dato il nome alla Repubblica sociale italiana, il regime voluto dalla Germania nazista e guidato dallo stesso leader fascista tra il settembre 1943 e l'aprile 1945, con lo scopo di governare parte dei territori italiani controllati dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre. La decisione di non revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini è arrivata un anno fa con un voto a maggioranza – 14 contrari e 3 favorevoli – in un Consiglio comunale blindato dalle forze dell’ordine.

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