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Migranti, cosa ha scritto Juncker nella sua lettera di risposta al premier Conte

Jean Claude Juncker ha risposto alle lettere inviate dal premier Conte il 14 e il 17 luglio: “La Commissione continuerà a lavorare ininterrottamente per tutta l’estate, da un lato per sostenere – entro i limiti del suo mandato – gli sforzi degli Stati membri, dall’altro per preparare le proposte legislative da presentare in settembre per rafforzare la guardia di frontiera e costiera europea e rendere più efficace la politica di rimpatrio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'Italia invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi", e gli avvenimenti di questo fine settimana "hanno dimostrato un senso condiviso di solidarietà da parte degli Stati membri (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Pozzallo". Tuttavia "queste soluzioni ad hoc non rappresentano un modo di procedere sostenibile".  Lo ha detto il presidente Jean Claude Juncker nella lettera di risposta a Conte, pubblicata da Politico. "La Commissione continuerà a lavorare ininterrottamente per tutta l'estate, da un lato per sostenere – entro i limiti del suo mandato – gli sforzi degli Stati membri, dall'altro per preparare le proposte legislative da presentare in settembre per rafforzare la guardia di frontiera e costiera europea e rendere più efficace la politica di rimpatrio", ha assicurato Juncker.

Ieri, in un'intervista sul Fatto Quotidiano, il premier Giuseppe Conte aveva dichiarato di aver scritto al presidente della Commissione Ue Juncker e al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, prima il 14 luglio e poi il 17 luglio, per ribadire i concetti già espressi nelle conclusioni finali del Consiglio Ue dello scorso 28 giugno, a proposito di una gestione condivisa del problema immigrazione: "È essenziale dotarsi da subito di un meccanismo Ue di gestione rapida e condivisa dei vari aspetti relativi alle operazioni di Search and Rescue", chiedendo di istituire una "comitato di crisi" con il compito di "coordinare le azioni" degli Stati membri "riguardo all'individuazione del porto di sbarco e dei Paesi disposti ad accogliere le persone soccorse", aveva sottolineato il presidente del Consiglio.

In generale, secondo Juncker, intervenire sulle singole emergenze non basta: "Dovremmo invece cercare metodi più prevedibili che si basino sul sostegno europeo, sia dal punto di vista finanziario, sia in termini di sostegno operativo da parte delle agenzie dell'Ue, evitando contemporaneamente ogni fattore di attrazione". E cita la "cellula di crisi coordinata dalla Commissione con il compito di coordinare, in caso di emergenza, azioni condivise volontarie e complementari", richiesta da Conte, ma soltanto come tappa in direzione di un quadro più stabile.

"L'Ue – ha spiegato Juncker – non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un'operazione di ricerca e salvataggio in mare", ma nonostante ciò sostiene "da tempo la causa degli Stati membri in prima linea, specialmente dell'Italia, nel chiedere la solidarietà di tutti gli altri Stati". Per questo "sarà essenziale la riforma del regolamento Dublino. Come dichiarato dal Consiglio europeo, trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà significherà tener conto delle persone sbarcate".

Tra i temi toccati da Juncker c'è anche la missione Sophia, criticata dal governo italiano, ma fondamentale per l'Ue: "Svolge un ruolo fondamentale per consentire alla Libia di attuare contromisure più efficaci contro l'immigrazione irregolare e di assumere le sue responsabilità nelle operazioni di ricerca e salvataggio in conformità del diritto internazionale applicabile. È quindi nel nostro comune interesse che qualsiasi eventuale modifica relativa alle nostre attività in corso sia valutata con la massima attenzione". Previsti comunque alcuni aggiustamenti dell'operazione, analizzando, "le questioni riguardanti le intese sugli sbarchi" che Conte ha sollevato nella sue lettere.

Juncker ha confermato la stretta sulle ong, richiamando il codice di condotta: "Le conclusioni del Consiglio europeo di giugno sono chiare", ha sottolineato Juncker, "tutte le navi operanti nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non possono interferire con le operazioni della Guardia costiera libica. L'Italia ha già definito un codice di condotta per le ong che ha ricevuto l'appoggio unanime dei Ministri dell'Interno degli Stati membri e il sostegno della Commissione europea". Il presidente della Commissione ha riconosciuto che le organizzazioni umanitarie "hanno svolto spesso un ruolo essenziale e pregevole per salvare vite umane nel Mediterraneo". Tuttavia "nessun soggetto, di nessuna natura, dovrebbe contribuire a mantenere in vita il modello di attività a cui ricorrono i passatori e i trafficanti di esseri umani per sfruttare le miserie umane". 

Per quanto riguarda la questione dei finanziamenti, "la Commissione si aspetta che tutti gli Stati versino la loro giusta quota, soprattutto per lo sportello dedicato al Nordafrica del Fondo fiduciario di emergenza dell’Ue per l’Africa" e ha spiegato di aver trasferito al Fondo 500 milioni di euro dalle riserve del Fondo europeo di sviluppo.

"Sul fronte immigrazione oggi abbiamo fatto un altro importante passo in avanti. La risposta del Presidente Juncker, che ringrazio, di fatto accoglie il principio secondo cui l'immigrazione è una sfida europea, che riguarda tutti i 28 Paesi e che quindi richiede soluzioni europee e non di un singolo Paese".

"Sono felice di leggere che la Commissione Europea lavorerà con impegno e determinazione per attuare questo e gli altri principi che l’Italia ha fatto mettere nero su bianco nelle conclusioni del Consiglio europeo di giugno e che segnano indiscutibilmente un cambio di passo. E sono altrettanto soddisfatto che sia stata pienamente accolta anche la nostra proposta di creare un ‘gabinetto di crisi' coordinato dall’Unione europea, proprio per gestire in maniera unitaria, coordinata e stabile l’emergenza immigrazione", ha aggiunto in un post su Facebook.

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