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Matteo Richetti si candida alle primarie del Pd: “Se si faranno scenderò in campo”

Matteo Richetti si dice pronto a scendere in campo ad eventuali primarie del Partito Democratico, nel caso in cui l’assemblea decida di arrivare a un voto per scegliere il nuovo segretario nei prossimi mesi.
A cura di Stefano Rizzuti
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La discussione all’interno del Pd prosegue e in vista dell’assemblea che si terrà nei prossimi giorni iniziano a delinearsi i possibili candidati alla segreteria nel caso in cui si arrivi alle primarie nei prossimi mesi. Ad annunciare di voler scendere in campo oggi è Matteo Richetti, renziano doc e deputato del Pd. “Il 21 aprile, all'assemblea, se il Pd decide che le primarie si fanno, noi saremo in campo”, afferma durante la trasmissione ‘Mezz’ora in più’, in onda su Rai3.

Credo sarebbe da irresponsabili spaccare l'assemblea – continua – voglio sperare che tutti i dirigenti decidano una proposta unitaria da portare in assemblea. Spero che il gruppo dirigente si metta d'accordo su un percorso che potrebbe essere: ad autunno la scadenza per il congresso e una fase reggente per scavallare quel periodo. Il mio impegno è costruire un'intesa da proporre alla base, al parlamentino del Pd. Si va alle primarie ma non solo per i nomi ma per un progetto di partito e noi saremo lì”. L’augurio di Richetti, quindi, è che si arrivi a nuove primarie in autunno, dopo una fase di reggenza, magari a guida di Maurizio Martina, da stabilire nell’assemblea del 21 aprile.

Richetti parla anche dell’ex segretario Renzi e del loro rapporto: “Io non ho più giacche, nell'ottobre 2014 quando il carro di Renzi straripava io dicevo ‘fermatevi, si va a sbattere, nei territori non c'è rinnovamento'. Io sto sulle idee e quando Renzi ha buone idee io ci sono, Renzi ha dato un grande contributo al riformismo di questo paese, lo riconosco. Mi chiedono se il renzismo è finito? Noi dobbiamo discutere del riformismo al di là della parabola personale di Renzi. Se vorrà dare un contributo bene, ma l'unica fedeltà si deve alle idee”.

Ma, aggiunge ancora Richetti parlando della possibilità che Renzi ritiri le sue dimissioni, se dovesse “tornare indietro sarebbe per lui un elemento di incoerenza. Se uno si ritira e poi non si ritira è come dire ‘lascio la politica', poi fa un percorso in cui si dimette da tutto e alla fine si presenta alle elezioni. È successo che ha pagato questa cosa”.

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