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Marò: Latorre resta in Italia altri sei mesi, l’India accetta l’arbitrato internazionale

Accolta la richiesta per il marò che si sta curando in Italia. Intanto la procura indiana ha accettato l’arbitrato internazionale chiesto dall’Italia.
A cura di Antonio Palma
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Il marò Massimiliano Latorre, accusato in india insieme a Salvatore Girone di aver ucciso per errore due pescatori locali durante una missione antipirateria, può restare in Italia per altri sei mesi per curarsi dai postumi dell'ictus che lo ha colpito nell'agosto del 2014 mentre si trovava nel Paese. Secondo quanto ha appreso l'Ansa sul posto, è questa la sentenza della Corte suprema di New Delhi che oggi era chiamata a decidere sulla richiesta dei legali del fucilerei di marina di prolungare la sua permanenza in Italia per motivi di salute. La decisone è arrivata a sole 48 ore dalla scadenza dell'ultimo permesso di tre mesi concesso a Massimiliano Latorre per motivi terapeutici. Una decisione molto attesa da Latorre che sta ancora seguendo una terapia riabilitativa nel nostro Paese per ristabilirsi. Il fuciliere di marina proprio in queste ore ha voluto rispondere direttamente attraverso il suo profilo facebook al segretario locale di Rifondazione Comunista di Rimini che sempre via social network si chiedeva quando avrebbero impiccato i due marò. "Spero che queste parole siano uscite dalla testa e non dal cuore, ma lo dicesse ai nostri figli" ha scritto l marò su Facebook, aggiungendo: "Qui mi blocco e non voglio far polemica. Quando saprà che siamo innocenti avrà ancora il coraggio di scherzare? A tutto c'è un limite anche alla sopportazione".

Via libera all’arbitrato sui marò

Intanto, sempre davanti ai giudici della Corte suprema, la procura indiana che rappresenta l'accusa ha accettato il procedimento di arbitrato internazionale presentato dall'Italia in merito alla vicenda dei due marò. Dopo aver preso atto della decisione dell'accusa, i giudici indiani hanno quindi fissato un'udienza per il prossimo 26 agosto per ricevere il rapporto ufficiale del governo di New Delhi sulla questione. Come si apprende da fonti locali, infatti, nella capitale indiana ieri si è tenuto un vertice interministeriale per mettere a punto una strategia processuale contro la decisione italiana. L'Italia aveva annunciato questo provvedimento dopo oltre tre anni di trattative inutili con il governo locale, presentando due richieste per attivare un arbitrato internazionale presso la Corte permanente dell'Aja (Cpa). Il nostro Paese ha invocato la Convenzione dell'Onu sul diritto del mare (Unclos), di cui l'India è firmataria, per rivendicare la giurisdizione sul caso. Secondo fonti del ministero dell'Interno locale, l'India quale firmataria della Convenzione Onu non può esimersi dal partecipare al processo.

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