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Manovra, a Venezia arriva tassa di soggiorno per il turismo giornaliero: da 2,5 a 5 euro

Un contributo di sbarco per Venezia e isole minori che può arrivare a cinque euro. Lo prevede il comma 1129 del maxiemendamento alla Manovra economica che si sta votando alla Camera. L’intento è anche quello di limitare il turismo di massa.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una tassa di sbarco a Venezia e isole minori variabile da due euro e mezzo a cinque euro, in alternativa all'imposta di soggiorno già prevista, per chi visita la città: il comma 1129 del maxiemendamento alla manovra economica che il Parlamento si appresta ad approvare fa già discutere. La tassa di soggiorno verrà applicata ai turisti mordi e fuggi, a prescindere dal mezzo utilizzato per raggiungere la città.

"La disposizione autorizza il Comune di Venezia ad adottare nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all'imposta di soggiorno, l'applicazione del contributo di sbarco previsto per le isole minori", recita l'articolato. "Inoltre, l'importo massimo consentito per entrambe tali misure è elevato a 10 euro. Si rammenta che l'imposta di soggiorno è stata introdotta dal decreto legislativo 23 del 2011, in esercizio della delega contenuta nella legge sul federalismo fiscale (n. 42 del 2009) di attuazione dell'art. 119 della Costituzione. L'imposta è prevista dall'art. 4, comma 1, e i comuni possono fissarla al massimo in 5 euro".

E' previsto che "i Comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori e i comuni nel cui territorio insistono isole minori in alternativa all'imposta di soggiorno possono praticare il contributo di sbarco fino a un massimo di 2,50 euro nei confronti dei passeggeri che utilizzando vettori che svolgono il collegamento di linea con l'isola o vettori aeronavali che prestano il servizio di trasporto di persone a fini commerciali. Tuttavia, il regolamento comunale, che stabilisce le modalità applicative del contributo, puo' elevare la misura massima a 5 euro in casi particolari". L'obiettivo, viene spiegato, è di "offrire all'amministrazione comunale di Venezia la facoltà di uno strumento dalla duplice finalità: per un verso, potrebbe portare all'incremento del gettito dagli accessi alla città, poiché il contributo di sbarco sara' versato a prescindere dal pernottamento in strutture ricettive; per altro verso, la misura fiscale potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l'accesso delle cosiddette grandi navi alla zona lagunare. Inoltre essa, nel far rinvio all'imposta di soggiorno prevista per il solo comune di Roma (Roma Capitale), in materia di concorso dei comuni al rispetto del Patto di stabilita', eleva a 10 euro l'importo massimo di entrambe le misure".

"La ‘tassa di sbarco' punta giustamente a ‘colpire' i turisti giornalieri, che sono la maggior parte dei visitatori della citta', ma portano in termini di fatturato solo il 30% a fronte del 70% portato dai pochi milioni di pernottanti che pagano da anni la tassa di soggiorno". Approva il nuovo ‘ticket' d'ingresso a Venezia Matteo Sechi, portavoce dell'associazione ‘Venessia.com', che si batte per la difesa della città lagunare dal turismo di massa. I turisti ‘mordi e fuggi', ricorda Secchi, "sono i responsabili degli intasamenti che tanto mettono in difficoltà la cittadinanza. Da anni i veneziani chiedono misure concrete per gestire le masse turistiche e adesso che finalmente c'è la possibilità di sfruttarle economicamente e cercare quindi di gestirle e contarle".

"E' arrivato il tempo – sottolinea – di mettere da parte le lagne e le contrapposizioni per trovare le soluzioni tecniche concrete per applicare questa tassa". Il portavoce di ‘Venessia.com' avanza una proposta, ricalcando lo strumento delle ‘vignette', il bollino obbligatorio per chi entra nel territorio dell'Austria: "potremmo introdurre l'uso della Vignette anche a Venezia, obbligando chiunque intenda visitare la città ad acquistarlo (on line o presso una serie di rivendite apposite) in modo che diventi una vera e propria carta di identità temporanea del visitatore".

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