Non c'è una maggioranza chiara, Podemos non sfonda, bene il PPE di Rajoy: questo il verdetto delle politiche in Spagna.
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Dati reali: PPE in testa, centrosinistra senza maggioranza
Quando sono state scrutinate il 30% delle sezioni, comincia a configurarsi con più chiarezza la situazione delle politiche in Spagna. Il PPE di Rajoy resterebbe saldamente il primo partito, con il 30,7% dei consensi e circa 131 seggi; il PSOE di Sanchez otterrebbe il 24,2% e 92 seggi; Unidos Podemos di Iglesias raggiungerebbe il 21,4% e 70 seggi; Ciudadanos di Rivera conquisterebbe il 10,9% e 26 seggi. Difficile, a questo punto, che possa formarsi una coalizione di Governo di centrosinistra.
Un primo calcolo provano a farlo gli analisti di YouTrend:
Exit Poll: in testa i Popolari, ma Podemos e Socialisti potrebbero avere maggioranza
Sono stati diffusi i primi exit poll del voto delle elezioni politiche spagnole. Ecco i risultati per quel che concerne i seggi assegnati, secondo l'exit poll Sigma – Dos:
PP- Popolari 117-121
UP – Unidos Podemos 91-95
PSOE – Socialisti 81-85
Cs- Ciudadanos 26-30
La percentuale dei voti ottenuti, sempre secondo gli exit poll, è la seguente:
PP- Popolari 28,5%
UP – Unidos Podemos 25,6%
PSOE – Socialisti 22%
Cs- Ciudadanos 11,8%
Ricordiamo che la maggioranza è di 176 seggi, dunque una eventuale coalizione di centrosinistra (Podemos – Socialisti) potrebbe avere la maggioranza dei seggi.
Interessante anche il dato in Catalogna e nei Paesi Baschi:
A tale dato va aggiunto quello delle Canarie (i seggi chiudono alle 21), che secondo gli exit poll dovrebbero dare 5 seggi al PP, 3 a testa al PSOE e UP, 2 a Ciudadanos.
Affluenza in forte calo: alle 18 ha votato il 51,2%
In netta flessione l'affluenza alle urne delle politiche in Spagna: alle 18 ha votato il 51,2% degli aventi diritto. Alle precedenti consultazioni, nel dicembre scorso, aveva votato il 58,2% degli aventi diritto, dunque il calo registrato è di 7 punti percentuali.
Spagna al voto: sfida tra Podemos, socialisti e Partito Popolare
Nel mezzo della "tempesta perfetta" che sta stravolgendo gli equilibri europei a tre giorni dal referendum per l'uscita del Regno Unito dall'UE la Spagna torna al voto per la seconda volta in sei mesi: l'esito della consultazione britannica non ha lasciato indifferenti i candidati alla guida del governo iberico, con il socialista Pedro Sanchez e il popolare Mariano Rajoy che hanno evocato lo "spettro" dell'uscita a più riprese qualora la vittoria dovesse andare a Pablo Iglesias, leader di Podemos, che al suo esordio si era presentato come fortemente antieuropeista. "Gli spagnoli hanno un appuntamento molto importante domenica – ha detto Rajoy – Qualunque sarà il risultato la Spagna confermerà l'impegno nell'Ue". Un impegno che ha voluto confermare lo stesso Iglesias, twittando: "Giornata triste per l'Europa. Dobbiamo cambiare. Nessuno avrebbe voluto lasciare un'Europa giusta e solidale. Dobbiamo cambiare l'Europa".
Gli ultimi sondaggi indicano che il Partito Popolare potrebbe vincere le elezioni ma non riuscire a conquistare la maggioranza assoluta: per questo Mariano Rajoy ha già dato la sua disponibilità a formare un'alleanza con i socialisti ed eventualmente il nuovo partito liberale anti casta Ciudadanos. Pedro Sanchez, leader del centrosinistra, ha ribadito più volte di non voler sostenere un governo del Pp. Dal canto suo Albert Rivera, capo di Ciudadanos, continua a chiedere un forte ricambio ai vertici del Pp come condizione di un accordo.
In questo quadro l'ago il vero ago della bilancia è rappresentato da Unidos Podemos, l'alleanza di sinistra stretta tra Podemos, movimento del candidato Pablo Iglesias, e Izquierda Unita, storica formazione della sinistra radicale spagnola, guidata dagli ex comunisti. La formazione potrebbe diventare la seconda forza del paese, anche se ambisce a spodestare il PP dal primato e vincere le elezioni. Anche in questa eventualità tuttavia difficilmente ci sarà una maggioranza assoluta e potrebbe essere necessario il sostegno vitale dei socialisti.