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Brexit: supera le 3 milioni di firme la petizione per indire un nuovo referendum

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Il primo ministro francese ha incontrato ieri il collega italiano: i due hanno discusso delle conseguenze del voto sul Brexit.

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Scozia: "Possiamo bloccare la Brexit"

La Scozia potrebbe cercare di bloccare con un voto del Parlamento la Brexit. A dichiararlo è la leader scozzese Nicola Sturgeon, che parlando alla Bbc ha detto che "certamente" chiederà ai deputati di rifiutare di dare "il consenso legislativo" perché il governo inglese proceda con l'uscita dall'Unione europea. In ogni caso, però, ha aggiunto, il governo di Edimburgo potrebbe necessitare del consenso di Londra. Se il Parlamento scozzese "deve fare una valutazione su quello è giusto per la Scozia, allora sul tavolo c'è l'opzione di dire, noi non votiamo per qualcosa che è contrario agli interessi della Scozia", ha dichiarato Sturgeon, che ha ammesso di sospettare "che avrà una visione molto diversa su questo punto e dovremo vedere come finiranno le discussioni". Ad ogni modo "ill Regno Unito del 2014 non esiste più", ha concluso.

Secondo un sondaggio pubblicato dal Sunday Times, la maggioranza degli scozzesi (il 52%) è in favore dell'indipendenza dal Regno Unito dopo il referendum sulla Brexit.

A cura di Claudia Torrisi
16:00

"Effetto Brexit", Trump perde terreno e affonda nei sondaggi

Donald Trump Campaigns In California Ahead Of State Primary

Secondo l'ultima rilevazione di Washington Post e Abc, il candidato repubblicano Donald Trump sta perdendo terreno rispetto a Hillary Clinton. La democratica sarebbe avanti di dodici punti, con il 51% delle preferenze contro il 39% del tycoon. Permane, dunque, l'"effetto Brexit": secondo un sondaggio Reuters/Ipsos subito dopo il risultato del voto nel Regno Unito l'ex first lady si era portata avanti di tredici punti rispetto a Trump.

A cura di Claudia Torrisi
11:37

Brexit: supera le 3 milioni di firme la petizione per indire un nuovo referendum

Ha superato la quota di 3 milioni di firme la petizione per chiedere l'indizione di un nuovo referendum sulla Brexit. Lo si legge sul sito del Parlamento britannico. Sono soprattutto i londinesi pro Ue che si sono impegnati a fondo in una spontanea campagna online soprattutto usando il passaparola sui social media.

Se si tiene in considerazione che nel Regno Unito esiste una legge prevede che quando almeno 100mila persone firmano una petizione il Parlamento debba prendere in considerazione la proposta, la soglia è già stata superata di 30 volte.

A cura di Davide Falcioni
11:12

Dopo il Brexit terremoto nel partito Laburista: si dimettono due ministri "ombra"

Il voto sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea sta provocando un vero e proprio terremoto politico nel partito Laburista. Se Jeremy Corbyn ha dichiarato di non volersi dimettere, il Ministro degli Esteri "Ombra" Hilary Benn è stato costretto proprio da Corbyn a lasciare il suo incarico dopo le rivelazioni dell'Observer su un possibile ‘golpe' interno al Labour guidato dallo stesso Benn. Poche ore più tardi ad andarsene è la ministra ‘ombra' della Salute Heidi Alexander: "È con il cuore pesante che le scrivo per dimettermi dal governo ombra. Il risultato del referendum della scorsa settimana mostra che il nostro Paese affronta sfide senza precedenti".

A cura di Davide Falcioni
09:51

Brexit, i leader europei: "Il Regno Unito esca subito"

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L'esito del referendum di tre giorni fa sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea continua a determinare nuove continue consultazioni tra leader dello scacchiere internazionale. Ieri Matteo Renzi ha incontrato il primo ministro francese Manuel Valls per discutere delle conseguenze della vittoria dei "leave" e delle strategie da adottare perché l'UE venga rilanciata e non si inneschi n effetto domino: "Con Matteo Renzi, Francia e Italia sono unite e determinate ad agire insieme per l'avvenire dell'Europa", ha scritto il premier transalpino su Twitter, pubblicando anche una foto del colloquio con il Presidente del Consiglio italiano e il presidente Francois Hollande. Nel corso dell'incontro all'Eliseo, i tre hanno evocato la questione del Brexit in vista dell'incontro di lunedì con Angela Merkel e il vertice europeo di martedì a Bruxelles.

Intanto da Berlino il ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier ieri ricordato: "Il processo per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, secondo l'articolo 50 del trattato di Lisbona, deve essere avviato il più presto possibile, per poterci poi concentrare sul futuro dell'Europa". Secondo il ministro "lavoro e crescita" sono due tra le principali risposte che l'Europa dovrà dare per evitare una grande crisi dopo la Brexit. "Ci siamo riuniti noi sei Paesi fondatori – ha detto, citando Italia, Francia, Olanda, Lussemburgo e Belgio – perché volevamo riallacciarci allo spirito dei fondatori e dei Trattati di Roma. Dobbiamo tornare ai valori fondanti e tocca soprattutto a noi Paesi fondatori far rivivere quello spirito". Poi anche lui ha sottolineato che i negoziati per la Brexit con la Gran Bretagna "devono iniziare immediatamente".

Dal canto suo il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni ha messo in rilievo la crisi dei migranti: "Una delle risposte che gli europei aspettano per dare una prospettiva al futuro dell'Europa riguarda la capacità di avere politiche comuni sull'immigrazione. L'Italia si aspetta che nel Consiglio Ue della prossima settimana di prendano decisioni rivelanti" in merito.

A cura di Davide Falcioni
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