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Le mani sulla Rizzoli. L’offerta di Mondadori da 130 milioni e il pericolo di monopolio

È stata ufficializzata nella serata del 29 giugno la proposta di acquisizione della Rizzoli da parte della Mondadori. Oggi, martedì 30 giugno, il consiglio di amministrazione si riunisce per prendere atto della proposta e valutarla. L’eventualità di una “fusione” del grande impero di Angelo Rizzoli con l’altrettanto enorme colosso editoriale Mondadori ha sollevato dubbi e perplessità, considerando la grossa fetta di mercato che verrebbe occupata da un’ipotetica “Mondazzoli”: esattamente il 40% del mercato editoriale, in mano ad un’unica voce.
A cura di Federica D'Alfonso
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La Mondadori ha formalizzato nella serata di ieri la sua "manifestazione di interesse" per una eventuale acquisizione di tutte le attività editoriali del gruppo Rizzoli: l'intera partecipazione di Rcs MediaGroup, il gruppo editoriale fondato da Angelo Rizzoli negli anni Trenta, a Rcs Libri, pari al 99,99% del capitale sociale, verrebbero acquistate per una cifra che si aggira intorno ai 135 milioni di euro. Cosa vuol dire? Significa, in breve, che l'intero gruppo editoriale della Rizzoli, di cui fanno parte fra le altre anche realtà editoriali come Bompiani, Fabbri Editori, Bur e Adelphi, per citarne solo alcune, verranno (se la proposta venisse accettata) acquisite in blocco dalla Mondadori.

Di conseguenza, la casa editrice di Marina Berlusconi conquisterebbe circa il 40% del mercato editoriale italiano, divenendo un vero e proprio gigante del mondo della cultura, inattaccabile dalla restante fetta che, seppure del 60%, è composta da realtà deboli, frammentate e poco competitive, se comparate a questo Leviatano editoriale che potrebbe nascere. Nella giornata di oggi, martedì 30 giugno, il consiglio di amministrazione della Rcs Libri prenderà atto della proposta e la valuterà, senza decidere ancora definitivamente sulla vendita. I 135 milioni dell'offerta hanno fatto discutere, ma ancora di più, l'eventualità di un'acquisizione totale dei libri Rizzoli ha spaventato il mondo della cultura. Le perplessità sono tante, soprattutto se si guarda all'immenso impero che si costruirebbe: se Mondadori acquistasse Rcs Libri e con essa Rizzoli, Bompiani, Adelphi e molti altri, si metterebbero insieme identità completamente diverse, con storie, scelte editoriali e filosofie molto distanti. Come gestirebbe questo eterogeneo e variegato mondo la Mondadori? Non è da considerare quanto meno discutibile il fatto che metà della cultura di un Paese si trovi improvvisamente in mano ad un'unica persona?

Esperienze di questo genere, è vero, non sono nuove in un mercato globalizzato che tende, inevitabilmente, a penalizzare le piccole realtà: tre anni fa l'americana Random House si è fusa con la Penguin Books, e simili operazioni sono state attuate con l'Hachette in Francia e Planet in Spagna. La concentrazione in un unico grande nome di realtà editoriali modeste permette di fronteggiare la "minaccia" sempre più pesante di Amazon, ad esempio, ma soltanto in Italia il fenomeno sarebbe così consistente. Controllando il 40% dell'editoria nazionale, non si ha più a che fare con operazioni finanziariamente convenienti e lungimiranti, ma con problematiche che toccano anche e non in minima parte la libertà editoriale e la cultura: non bisogna dimenticare che, per quanto apparentemente autonoma, la cultura, e in questo caso l'editoria, dal momento in cui entra "nel mercato" non è più indipendente. Non è indipendente dalle logiche del mercato stesso, dalle scelte che in base ad esso si operano né tantomeno dai personaggi che stanno dietro queste scelte.

Le opinioni

Il primo a dirsi "molto preoccupato" è stato il ministro Dario Franceschini, che si è chiesto come funzionerebbero le cose in un Paese in cui un'unica azienda controlla la metà del mercato, con l’altra metà frammentata in piccole e piccolissime case editrici. "Non non c'è settore più delicato e sensibile per la libertà di pensiero del mercato dei libri": cosa rimarrebbe della possibilità di scelta, di critica e di espressione?

"Quella che si verrebbe a creare è una situazione di monopolio", ha affermato Massimo Cacciari, che è anche autore per Adelphi, uno dei marchi posseduti dalla Rizzoli, da molto tempo. Ma ancora tanti altri, tra i quali Umberto Eco, hanno denunciato il configurarsi di una situazione che non avrebbe pari in tutta Europa. Giovanni De Mauro si è così espresso a riguardo:

Fusioni e acquisizioni non sono una novità in campo editoriale, in Francia, in Spagna e nel mondo anglosassone ce ne sono molti esempi. Ma un conto è quando si alleano piccoli o medi editori, un altro se a fondersi sono grandi società: di solito si tratta di operazioni che servono più a soddisfare gli appetiti dei manager che a trovare un modo per resistere alla crisi o all’avanzata di colossi stranieri, e alla fine hanno come unico obiettivo tagliare posti di lavoro e schiacciare i concorrenti più piccoli. Quei milioni di euro che la Mondadori è pronta a spendere per comprare la Rcs Libri forse potrebbero essere investiti diversamente, e meglio. Per recuperare lettori, rafforzare il sistema distributivo, migliorare la produzione editoriale.

A parlare è stata anche Inge Feltrinelli: "Questa vicenda per me resta un mistero. Non vedo alcun vantaggio economico, né culturale. Sì, sono preoccupata. Anche perché poi in futuro Berlusconi potrebbe vendere tutto a un gruppo straniero…".

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