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Le aziende che concedono ferie retribuite extra a chi prende un animale domestico

“Un cucciolo è solo un altro membro della famiglia, non vogliamo fare discriminazioni solo perché non sono umani”, hanno spiegato alcuni dirigenti di società che concedono congedi parentali a chi accoglie nuovi cuccioli.
A cura di A. P.
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Si sa che gli Stati Uniti sono terra di contraddizioni anche assai pesanti, soprattutto in tema di diritti. Non fanno eccezione  quelli sui congedi parentali come la maternità. Per questo non deve sorprendere la decisione di alcune aziende americane che nell'unica nazione industrializzata che non prevede ferie pagate obbligatorie per i nuovi genitori, come denunciano da anni gli attivisti per i diritti dei lavoratori, hanno deciso di lasciare giorni liberi ai propri dipendenti e concedere ferie retribuite nel caso si adotti un animale domestico. La pratica, definita "Pawternity leave" da tempo infatti ha accomunato diverse aziende all'avanguardia nel campo dei benefit ai propri dipendenti.

La pratica è particolarmente diffusa a New York dove diverse società di Manhattan offrono il congedo retribuito per i dipendenti alle prese col  primo impatto come possessori di animali da compagnia. La prima a lanciare questa moda è stata l'azienda produttrice di birra scozzese Brewdog in Ohio ma l’esempio è stato seguito da molte altre società. Ovviamente le aziende che si occupano di animali da compagnia sono state tra le prime a riconoscere la necessità di lasciare i propri lavoratori a casa per accogliere i nuovi componenti famigliari non umani ma la pratica si è diffusa anche a molte start-up tecnologiche già in prima linea nei diritti per i neo genitori.

Diverse società danno la possibilità di trascorrere del tempo extra con il proprio cucciolo anche per stargli vicino in caso di malattia, con concessioni orarie per appuntamenti dal veterinario, o addirittura in caso di morte. Altre ancora permettono  ai propri dipendenti di tenere accanto alla scrivania l'amato amico a quattro zampe. "Un cucciolo è solo un altro membro della famiglia se diamo dei giorni ha chi a un figlio perché negarli a chi prende un animale? Non vogliamo fare discriminazioni solo perché non sono umani" ha spiegato una dirigente ai giornali locali.

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