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Le 5 domande di Matteo Renzi a Matteo Salvini sui migranti e sugli accordi europei

L’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi rivolge cinque domande al ministro dell’Interno Matteo Salvini sul tema dei migranti e sugli accordi che l’Italia ha stipulato negli anni con l’Unione europea. “Visto che insiste a parlare di me, aspetto la risposta alle cinque domande facili facili”, scrive su Facebook Renzi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Cinque domande, rivolte dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi all’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini. Cinque domande sul tema dei migranti e sulle questioni di cui Salvini parla quotidianamente. Cinque domande che riguardano la politica dei governi della scorsa legislatura e quella degli esecutivi del passato, prendendo in considerazione gli accordi firmati a livello europeo sul tema dei migranti. Cinque domande con diverse premesse, ma con la stessa espressione finale: “Giusto o sbagliato?”, chiede Renzi. Le questioni riguardano cinque temi, a partire dall’accordo di Dublino: Renzi ricorda che fu firmato dal governo Berlusconi. Così come sottolinea che quando si è discusso al Parlamento europeo di cambiarlo è stato lo stesso leader della Lega a votare contro. Il terzo punto riguarda Sophia: per Renzi non è in base a quell’accordo che i migranti vengono portati in Italia ma per il regolamento di Dublino. Il quarto punto riguarda la ricollocazione che il Pd voleva obbligatoria e non volontaria. Infine, sempre in tema di ricollocazione, Renzi sostiene che quella battaglia è stata condotta senza “barconi in ostaggio”.

Renzi attacca Salvini sostenendo che “parla di immigrazione per non parlare degli 80 mila posti di lavoro che si perderanno con il Decreto Disoccupazione di Di Maio, del danno per le nostre imprese causato dallo stop al Ceta, dei 49 milioni di euro che la LegaLadrona sta rubando ai cittadini italiani, della Flat Tax e della Fornero su cui ha preso il 17% di voti e di cui non parla più”. Lo spunto da cui parte l’ex presidente del Consiglio sono le dichiarazioni di Salvini di oggi, secondo cui “con Renzi si è firmato l’accordo Sophia che impone di far sbarcare tutti i migranti in Italia”. Per l’ex segretario del Pd su questo campo si “gioca una battaglia culturale prima ancora che politica” e per questo decide di porre cinque domande al ministro dell’Interno.

Questi sono i cinque quesiti pubblicati in un post su Facebook:

1. L'accordo che impone di considerare un problema solo italiano i migranti che vengono dall'Africa lo ha firmato Berlusconi nel 2003, capo di un Governo di cui faceva parte la Lega: accordo di Dublino. Giusto o sbagliato?

2. Quando noi abbiamo provato a cambiare l'accordo di Dublino, Salvini, che era parlamentare europeo, NON ha votato a favore. Giusto o sbagliato?

3. Davanti alle stragi in mare abbiamo promosso la missione Sophia per coinvolgere anche gli altri Paesi nella gestione dei salvataggi. Checché ne pensi Salvini, se qualcuno sta morendo in mare per noi la priorità è salvarlo. Alla luce delle regole di Dublino – non di Sophia, che ha solo coordinato gli arrivi – le persone salvate dal mare venivano dirette in Italia. Giusto o sbagliato?

4. Nel giugno 2015 abbiamo ottenuto che anche gli altri Paesi accogliessero alcuni migranti. E abbiamo chiesto che i Paesi di Visegrad – quelli con cui Salvini dice di andare d'accordo e che si rifiutavano di accogliere – fossero sanzionati nel prossimo bilancio europeo. Non dai una mano sui migranti? Ti riduciamo le risorse. Ricollocazione obbligatoria, non volontaria. Giusto o sbagliato?

5. Noi abbiamo combattuto una battaglia politica per chiedere aiuto all'Europa ottenendo che gli altri Paesi accogliessero qualche migliaio di migranti. Ma lo abbiamo fatto senza prendere in ostaggio barconi di povera gente costretta ad aspettare in mare perché gli altri Paesi accogliessero qualche decina di migranti come sta facendo questo Governo. Giusto o sbagliato?

Renzi conclude: “Visto che insiste a parlare di me, aspetto la risposta alle cinque domande facili facili. Magari mentre torna da Mosca, dopo la finale Francia Croazia, il nostro vicepremier ha tempo per rispondere. Noi siamo altra cosa rispetto a lui e rispetto al suo governo”.

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