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La ripresa che non c’è: giù Consumi, export e Pil

Un’economia ferma o quasi è la fotografia del rapporto Confesercenti-Ref che impone scelte rapide e decise soprattutto sul versante della spesa. E in questo scenario, non certo ottimistico, la manovra sull’Iva da 4 miliardi di euro impatterà e penalizzerà ancor di più spesa e famiglie.
A cura di Biagio Chiariello
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All’orizzonte del nuovo anno la ripresa risulta "non pervenuta", mentre si delinea il dimezzamento dei consumi delle famiglie passando dal +0,6% del 2011 a +0,3% e dell’export a +2% (dall’attuale +4%). Con un Pil rivisto al ribasso che faticherà ad arrivare allo 0,4%, lontano dalle previsioni più ottimistiche dell'esecutivo. L'Italia si conferma Paese con basso tasso di risparmio da parte delle famiglie, che hanno preferito intaccare il reddito per non peggiorare il loro tenore di vita. In altre parole, salvo clamorosi colpi di scena dello scenario macroeconomico interno ed internazionale, Il 2012 sarà l'anno della “non ripresa“.  E' questa l'impietosa analisi che emerge dal rapporto Confesercenti-Ref.

Per la crescita bisognerà attendere almeno fino al 2012. «Un’economia ferma o quasi che impone scelte rapide e decise soprattutto sul versante della spesa» commenta il presidente della Confesercenti, Marco Venturi, che spera quanto prima in un'intesa a livello nazionale «per ridurre l’esplosiva pressione fiscale e per una riforma definitiva delle pensioni». Al contrario ciò che si prevede sono «politiche fiscali di segno restrittivo su una situazione di crescita già fragile, compromettendo ulteriormente il tessuto produttivo, la potenzialità di sviluppo del sistema e quindi, la capacità di servire uno stock di debito di dimensioni elevate come quello italiano».

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Sebbene la situazione migliori leggermente sul piano della disoccupazione – in calo dall'8,2% del 2011 al 7,9% del 2012 – e del debito pubblico – che quest’anno toccherà il 120,5%, ma che dovrebbe ridiscendere al 119,8% – la fotografia del rapporto Confesercenti-Ref disegna una economia "ferma o quasi". La manovra correttiva porterà ad una crescita del Pil, quest’anno, dello 0,7%, ma dello 0,4% nel 2012. Il rapporto deficit-Pil nel 2011 è stimato al 3,8% e al 2,2% nel 2012, ben superiore quindi alle previsioni fatte da Giulio Tremotni, di 1,4% a fine 2012 per raggiungere il pareggio di bilancio l'anno successivo. Insomma «ci si muove su ritmi insufficienti per riportare il sistema su un trend di sviluppo rapido e su livelli pre-crisi; tali valori, ai ritmi attuali – afferma Ref – potrebbero essere raggiunti non prima del 2015».

L'Italia ha mostrato le maggiori perdite di prodotto durante la crisi economica e una crescita troppo moderata nella ripresa, riflette la confederazione del commercio delle Pmi; così il riprendersi dell’inflazione sulla spinta dei prezzi delle materie prime, ha ridimensionato il potere d’acquisto del reddito delle famiglie proprio quando il ciclo economico stava invertendo la rotta.

Molte famiglie hanno esaurito l’ammortizzatore rappresentato dal flusso di risparmio. Ciò porta al quasi dimezzamento dei consumi stimato nel 2012. In più, la manovra sull'Iva «penalizzerà ancor di più spesa e famiglia» si legge nel rapporto Confesercenti-Ref, che discuteranno di questi temi e altri di carattere internazionale al consueto meeting a Perugia, il 17 e 18 settembre. Un momento per ribadire l'impellenza di «una grande operazione sviluppo», che tenga conta della pressione fiscale, dei costi della politica, dell’abolizione delle province. Per uscire finalmente dalla crisi.

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