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La Regione Lazio nel caos. Polverini: “Rischiamo di finire come la Concordia”

Dopo il caso Fornito e la gestione “allegra” dei fondi del gruppo PdL in Regione, la Governatrice del Lazio ha deciso di metterci la faccia: “Mi scuso con tutti, ma qui ci sono dei tumori da estirpare”. E quindi l’aut aut: “O ci tagliamo lo stipendio o andiamo tutti a casa”.
A cura di Biagio Chiariello
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Arriva poco dopo le 16 alla Pisana di Roma con l'obiettivo principale di chiedere «scusa ai cittadini e alla mia famiglia». Dopo aver minacciato le dimissioni, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha convocato  la seduta straordinaria del Consiglio per parlare dei «tumori che stanno qua dentro come nella mia gola e che vanno estirpati». Il riferimento è naturalmente al violento scontro interno al partito apertosi con l'inchiesta sull'ex capogruppo Franco Fiorito, indagato per peculato dalla procura di Roma per la gestione allegra dei fondi del gruppo in Regione (nel mirino degli investigatori ci sono tutta una serie di autobonifici sospetti operati dall'ex sindaco di Anagni su conti personali all'estero per circa 800mila euro).

Il riferimento al Caso Fornito è evidente:

«In queste ultime due settimane questa Regione è finita sulle prime pagine di tutti i giornali, non solo nazionali, per l'uso, oserei dire, abnorme e a dir poco disinvolto di fondi del Consiglio regionale destinati ai gruppi. Io ho sempre rispettato l'autonomia del Consiglio e l'autonomia dei gruppi consiliari ma oggi sono qui per dire che a prescindere dal momento storico che stiamo vivendo questo atteggiamento è considerato dai cittadini insopportabile e indecente».

Le parole della governatrice lasciano intendere tutta la gravità del Caso Fiorito:

«Sono qui per dire basta. Perché nel tentativo di spalare fango, con qualche distinguo, ci siamo mostrati inadeguati più di quanto tutti pensano, dobbiamo non solo spalare fango ma fare qualcosa di più. Questa cosa è come l'inondazione di Firenze, è una catastrofe per la politica e le istituzioni. Si è deciso di spalare fango ma anche porre argine perché non si ripeta più. Io intendo garantire l'autonomia del consiglio. Ho scelto questa sede anche perché, anche se non ho responsabilità amministrativa di quanto accaduto, ne ho la responsabilità politica. Son qui per chiedere scusa ai cittadini del Lazio per quello che si è consumato. E anche ai cittadini del paese perché quello che è accaduto è andato oltre i nostri confini. E anche alle altre istituzioni e perché questo ha messo in dubbio la credibilità delle istituzioni».

La spending review da 20 milioni di euro della Polverini – A questo punto, la governatrice del Lazio metterà il Consiglio regionale davanti ad un ultimatum: o si provvederà ad operarre subito un taglio drastico sui costi della politica (e sugli sprechi della Regione Lazio, ben documentati dal reportage di Fanpage) e soprattutto sui fondi destinati ai gruppi («azzerare i contributi destinati ai gruppi consiliari e sospendere quelli per il loro funzionamento» è una delle proposte) o per lei saranno dimissioni. «O superiamo questo scoglio o siamo come la Concordia e ci sfracelliamo». Tra le richieste elencate dalla Polverini anche quella di «dimezzare le commissioni consiliari e cancellare quelle speciali», oltre alla riduzione di consiglieri e assessori «secondo le disposizioni legislative nazionali e la conseguente riduzione degli assessori di cui non più della metà potranno essere esterni» . E ancora, la revoca definitiva dell'assegnazioni delle auto blu per cariche di natura consiliare, per quelle inerenti le commissioni e per i componenti dell'ufficio di presidenza.  Secondo i conteggi elaborati dalla giunta regionale «il taglio al Consiglio regionale passerebbe dagli attuali 98 milioni di euro ai 78 del bilancio 2012» ha sottolineato la Polverini.

Tagli o dimissioni – Su questi risparmi «dobbiamo esprimerci se siamo a favore o contro queste cose, ma vanno fatte entro una settimana. Se non succederà questo, come direbbe Renzi, "adesso", non abbiamo futuro. Non abbiamo futuro come consiglio, giunta, e neanche come politici, perchè la rivoluzione la farà chi arriverà dopo di noi. Nessuno potrà esimersi dal farlo» dice la Polverini. Il consiglio, dunque, si riunirà per votare sui tagli alle commissioni e sulle varie questioni proposte dalla Governatrice. «Dobbiamo darci tempi credibili e certi – ha detto la Polverini- Questo deve diventare regolamento, legge, norma. In caso contrario, cari signori – si è rivolta ai consiglieri- in maniera avventurosa sono arrivata alla guida di questa regione e in maniera quasi tragicomica me ne vado»

"Roma non è ladrona" – La Governatrice dunque non si dimette. Almeno non per adesso. Anche perché «Roma non è ladrona. Siamo in avanzo rispetto alle imposte che i cittadini versano allo Stato. La Regione Lazio non è solo ostriche e champagne. È quello che ormai si legge su tutti i giornali negli ultimi giorni». Ci tiene poi a precisare che «questo non è un altro caso Marrazzo. Io non ho mai citato il mio predecessore, con il quale mi sono sentita, non ho mai consentito a nessuno di utilizzare una parola nei suoi confronti. Io non sono l'indagato. Sono il Presidente, pago i miei errori, e sono disponibile a pagare quelli di qualcuno che siede nell'aula. Ma non voglio paragoni inaccettabili». Nel frattempo, Mario Brozzi, capogruppo della Lista Polverini fa sapere che i consiglieri della Lista Polverini «hanno rassegnato le dimissioni in qualità di membri e presidenti di Commissione, al fine di favorirne al meglio il riassetto».

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