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La lettera di Di Battista a Gentiloni: “Ci dica cosa c’entra l’Eni con il caso Regeni”

Alessandro Di Battista, deputato del M5s, scrive una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiedendo di spiegare perché durante l’audizione di Alfano in commissione Esteri di Camera e Senato sul caso Regeni, il presidente della commissione Fabrizio Cicchitto abbia fatto riferimento ad Enrico Mattei. Di Battista chiede se ci sono collegamenti tra il petrolio, la recente scoperta di un giacimento di gas dell’Eni e l’uccisione di Regeni.
A cura di Stefano Rizzuti
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“Lei sa, Alfano sa”. Si apre con questo j’accuse la lettera che Alessandro Di Battista, deputato del Movimento Cinque Stelle, rivolge al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in merito al caso Regeni e agli ultimi sviluppi sulla vicenda. Ieri il ministro degli Esteri Angelino Alfano è stato ascoltato in audizione parlamentare dalle commissioni Esteri di Camera e Senato.

Lei sa, Alfano sa – accusa Di Battista – Voi sapete perfettamente chi ha ucciso Regeni, sono stati i servizi segreti egiziani, tuttavia ora quel che importa all'opinione pubblica è sapere chi l'ha voluto morto e soprattutto perché!”. Di Battista spiega poi la sua ipotesi, secondo cui l’uccisione di Regeni potrebbe essere legata al petrolio e il riferimento a episodi simili in passato fa venire alla mente Enrico Mattei, fondatore di Eni. “Non è la prima volta che un italiano viene ammazzato per ragioni legate al petrolio. Mi riferisco ad Enrico Mattei, citato proprio ieri dal presidente della commissione Affari Esteri della Camera dei deputati Fabrizio Cicchitto”, scrive ancora Di Battista.

L'accusa di Di Battista: cosa c'entra Enrico Mattei con Giulio Regeni?

Cosa c'entra Enrico Mattei con Giulio Regeni? – chiede il deputato pentastellato – Ripeto, non l'ho tirato in ballo io Mattei, l'ha fatto Cicchitto. Ebbene non si lanciano sassi per poi nascondere la mano. A questo punto il Movimento Cinque Stelle non si ferma”. Di Battista lancia, nella lettera rivolta a Gentiloni, anche altre ipotesi relative al caso Regeni: “L’omicidio Regeni e il ritrovamento del suo cadavere sono legati alla scoperta da parte dell'Eni del più grande giacimento di gas del Mediterraneo proprio al largo delle coste egiziane?”.

Voi sapete ma non avete il coraggio di dire – attacca Di Battista – poi perdete per un istante il controllo e fate uscire parole che sono macigni”. Il deputato grillino ripercorre quindi la vicenda legata a Enrico Mattei: “Dopo essersi inimicato le grandi compagnie petrolifere straniere, esplose in aria con il suo aereo privato. I mandanti e gli esecutori del suo assassinio sono ignoti tuttavia ricordo che Tommaso Buscetta, il pentito che descrisse la struttura di ‘Cosa Nostra’ a Giovanni Falcone, dichiarò che Mattei venne ucciso dalla mafia per fare ‘un favore agli stranieri’ e che Mauro De Mauro, il giornalista che stava indagando sulla morte di Mattei, venne molto probabilmente rapito e ucciso da Mimmo Teresi su ordine di Stefano Bontate, uno dei boss della mafia di allora”.

Di Battista chiede a Gentiloni di riferire in Parlamento sull'omicidio Regeni

Di Battista si pone quindi una nuova domanda: “Se lobbies petrolifere straniere, per colpire gli interessi italiani, sono state capaci (probabilmente) di commissionare l'omicidio del più grande imprenditore italiano dell'epoca alla mafia lei, presidente Gentiloni, può escludere che oggi, nel 2017, vi siano poteri così forti da commissionare l'omicidio di un giovane ricercatore italiano ai servizi segreti egiziani? Se lo esclude, di fatto, smentisce le parole del presidente della commissione Esteri della Camera dei deputati”.

Secondo Di Battista, Gentiloni ha quindi il “dovere di rispondere perché un popolo bombardato da falsità e segreti dal dopoguerra in poi ha diritto di sapere e oltretutto non sarà mai un popolo se continuerà ad essere tenuto all'oscuro. È atteso in Parlamento, presidente Gentiloni”.

Caso Regeni, lo scontro in commissione tra Di Battista e Casini

Durante l’audizione di Alfano, avvenuta ieri, Di Battista aveva definito il discorso del ministro degli Esteri il “più ipocrita mai sentito da quando sono parlamentare della Repubblica”. Di Battista ha sostenuto che questa commissione “doveva essere convocata prima della decisione dell’invito dell’ambasciatore italiano in Egitto”, che prenderà servizio il 14 settembre. Di Battista ha quindi accusato i presidenti delle due commissioni, Casini e Cicchitto, di non aver convocato prima la commissione, ricevendo una dura risposta dallo stesso Casini: “Si vergogni lei, strumentalizza la memoria di Regeni per speculazione di carattere politico, non convochiamo commissioni per fare degli show estivi”.

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