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La Lega a Pontida: tensione fra maroniani e bossiani. Il senatur: “No alle divisioni”

La Lega si ritrova a Pontida per la ventottesima volta: ma è tensione fra i fedelissimi di Bossi e i maroniani.
A cura di Redazione
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Raduno Lega Nord

Nonostante il successo di Roberto Maroni alle Regionali della Lombardia, in casa leghista continua a pesare il deludente risultato delle politiche, con una rappresentanza parlamentare ridotta all'osso e con una subalternità al Pdl ormai diventata fin troppo evidente. Così, il ventottesimo raduno leghista a Pontida è l'anticipazione di quella "resa dei conti non più rinviabile" di cui da tempo parlano esponenti di spicco delle due "fazioni" principali del Carroccio. Da una parte i "maroniani", tutto sommato soddisfatti dell'attuale composizione del quadro politico – amministrativo (con i leghisti che governano le 3 principali regioni del Nord Italia); dall'altra i "bossiani", che in larga parte non hanno dimenticato le epurazione del post scandalo dello scorso anno.

Per il momento nessuna frattura aperta, sia chiaro. Ma segnali, nemmeno tanto timidi per la verità. Proprio ha Pontida, come ricorda il Corsera: "Tra bossiani e maroniani profonde divisioni: i primi hanno esposto uno striscione che rappresentava il segretario del partito, raffigurato come Pinocchio. Sono volati insulti e anche qualche spintone fra una ventina di militanti, prima che si tornasse alla calma. Mentre il sindaco di Verona Tosi è stato contestato durante il suo intervento".

Alla fine a smorzare i toni è stato proprio Umberto Bossi che, durante il suo intervento, ha fatto appello all'unità del partito, ritornando sul "classico" della distanza fra l'operosità "delle terre del Nord" ed il lassismo meridionale – centrale:"Non diamogli questa soddisfazione alla canaglia romana, non litigate tra di voi fratelli padani, datevi la mano. Non ho fatto la Lega per romperla". Su questa linea anche i maroniani, convinti che il processo di stabilizzazione intrapreso da Maroni possa essere precondizione per uno strappo "produttivo" che riesca a riportare in primo piano la questione del federalismo e delle autonomie. A cominciare, ovviamente, dalla destinazione degli introiti fiscali.

Maroni stesso ha avuto poi parole di grande responsabilità, rispetto al progetto leghista e alla necessità di evitare beghe interne: "Non dite Maroni, ma Lega. Siamo qui a testimoniare il nostro grande progetto, il nostro ideale. Prima il Nord. Abbiamo deciso una strategia decisa che passava e passa attraverso le conquiste delle Regioni del Nord per realizzare il sogno della Padania. Non è stato facile, proprio un anno fa di questi tempi la Lega veniva travolta dagli scandali giudiziari. Siamo riusciti a recuperare e avevamo detto che i veri diamanti della Lega sono i militanti".

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