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La cella olearia segreta di Pompei: dall’iscrizione che cambia data dell’eruzione un’altra scoperta

Dopo la nuova rilettura della data dell’eruzione del Vesuvio, la paleografa Giulia Ammannati, nuova protagonista della scena di Pompei, rilegge la prima parte della scritta trovata nell’atrio della Casa del Giardino. A suo parere il resto della scritta non significa ciò che per tanti anni si è creduto.
A cura di Laura Ghiandoni
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Significa "hanno preso nella dispensa olearia" e non "lui indulse al cibo in modo smodato”. È la nuova traduzione di un'altra parte della scritta in carboncino trovata nell'ambiente della Casa del Giardino nel Parco Archeologico di Pompei. La nuova proposta di lettura proviene dalla docente di Paleografia latina alla Normale di Pisa, Giulia Ammannati, la stessa che ha permesso di decifrare e cambiare anche la data dell'eruzione del Vesuvio, che ha seppellito le due città di Ercolano e Pompei, dal 24 agosto al 24 ottobre del 79 dopo Cristo. 

Secondo la paleontologa toscana la scritta che precede la data andrebbe quindi riletta. L'inscrizione quasi illeggibile che precede la data non avrebbe lo stesso significato, oltre che sarebbe composta da altre parole "IN OLEARIA / PROMA SUMSERUNT", vale a dire "hanno preso nella dispensa olearia", qualcosa di più legato ad un calcolo su una probabile dispensa olearia esistente. Non più dunque come era stato decifrato da Antonio Varone, conoscitore profondo di Pompei che nel carboncino parzialmente cancellato ha letto: IN[D]ULSIT / PRO MASUMIS ESURIT[IONI], che in italiano suona come “lui indulse al cibo in modo smodato” frase che sembrava accertata storicamente e che abbiamo dato per certa per anni.

La tesi era stata accettata finora anche dallo stesso direttore del parco Archeologico di Pompei  Massimo Osanna, il quale aggiunge un'ipotesi: "Dopo SUMSERUNT (i.e. "sumpserunt") qualcosa è stato cancellato, forse il complemento oggetto retto da SUMSERUNT, che può voler dire “hanno preso" nel senso di "ricevuto" (un'entrata) o "hanno preso" nel senso di "prelevato” (un'uscita)" aprendosi alle possibilità e concludendo: "Ora bisogna scoprire la cella olearia!".

Il direttore del museo fa poi notare: "Trattandosi di carboncino, fragile e evanescente, che non avrebbe potuto resistere a lungo nel tempo, è più che probabile che si tratti dell’ottobre del 79 d.C., una settimana prima della grande catastrofe che sarebbesecondo questa ipotesi, avvenuta il 24 ottobre".

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