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L’orso Gemma divide gli abruzzesi: “E’ un pericolo, ma non la vogliamo morta”

Sono passate ormai più di due settimane da quando Gemma ha fatto perdere le proprie tracce. Seicento firme per la sua cattura: “Un pericolo, ma non la vogliamo morta”.
A cura di B. C.
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Si infittisce il ‘giallo' sulla scomparsa dell'orsa Gemma, l’orso del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, che da anni frequenta abitualmente i territori dei comuni di Scanno e Villalago. Gli abitanti di questi comune, però, come scrive Repubblica, sono quasi contenti. “Appena dieci giorni fa, nella zona erano state raccolte 613 firme (su duemila residenti) per chiedere la sua immediata cattura. La gente era stanca delle scorribande e degli assalti dell'orsa a pollai e ristoranti. Una sera dell'estate scorsa Gemma si era avventurata fin dentro il centro storico, durante l'ora dello struscio cittadino, tra lo stupore e la paura dei passanti”. Gemma infatti è nota per essere un plantigrade confidente, ciò significa che nel tempo è riuscita ad entrare in pieno contatto con quell’habitat, facendosi vedere – rispetto ai suoi simili – spesso nelle vicinanze dell'uomo. Motivo per il quale l’animale era persistentemente sotto stretta sorveglianza, pedinata tutte le sere da una "squadra di dissuasione" organizzata dal corpo forestale. Ma alla fine è riuscita a liberarsi del radio-collare e sparire nel nulla. Ora ci si chiede se sia volontariamente liberata, o se sia stato qualcuno che ne temeva la cattura o addirittura l'uccisione a farla scappare. E ancora, peggio, se sia morta per la fame oppure uccisa.

Ma intanto i due fronti, i pro e i contro la presenza di Gemma sono molti agguerriti. "Io non voglio Gemma morta" sostiene Ilario Notarmuzi, artigiano, titolare di un biscottificio e promotore della raccolta firme, "chiedo solo che i miei figli possano circolare liberamente sotto casa. E lì che Gemma passa quasi tutte le sere. Abbiamo paura. Ha rigato la nostra auto, assaltato la nostra recinzione. Ho tutte le foto. Non è successo solo a me, ma a tanti residenti di Scanno che ora non ne possono più". Per risarcire i danni causati da Gemma e dagli altri cinquanta orsi del parco nazionale, l'ente spende ogni anno 200 mila euro. "I residenti danneggiati da Gemma o da altri orsi – spiega l'agente del corpo forestale Carfagnini – ottengono sempre il rimborso. Non solo, abbiamo anche distribuito come ente parco in collaborazione con il Wwf dei recinti elettrici che emettono scosse per difendere abitanti e pollai e non fanno del male all'animale".

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