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“L’hai usato per i tuoi giochi malati”. Accusata di aver spinto al suicidio il ragazzo 18enne

A quasi tre anni di distanza dal suicidio del 18enne Conrad Roy III, morto per avvelenamento da monossido di carbonio all’interno del suo veicolo il 13 luglio 2014, è iniziato il processo nei confronti di Michelle Carter: 17enne all’epoca dei fatti, ha ascoltato il giovane piangere e morire al telefono.
A cura di Biagio Chiariello
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Il 13 luglio 2014 Conrad Roy III è stato trovato morto per avvelenamento da monossido di carbonio nel suo pickup in un parcheggio di Fairhavens, in Massachusetts. Il 18enne era fidanzato con Michelle Carter, di un anno più giovane, che nei giorni successivi alla tragedia ha postato messaggi addolorati sui social network e raccolto denaro e organizzato eventi in suo nome per la consapevolezza delle malattie mentali.

Ma presto gli investigatori hanno portato ad emerge un’altra sconcertante verità su quanto accaduto. Dopo aver analizzato il cellullare di Michelle, sono venuti alla luce i messaggi che la teenager aveva inviato al fidanzato, coi quali esortava Roy a uccidersi. "È giunto il momento, piccolo", scrive Michelle, 17 anni, in un messaggio diretto al fidanzato Conrad, di un anno più grande di lei. "Sono pronto", risponde lui, "Basta pensare". "Sì, basta pensare", lo incoraggiava la ragazza, "Devi solo farlo. Ci vorranno venti minuti, non è una gran cosa". Sembra che Conrad avesse anche desistito all’ultimo momento, ma incitato da Michelle alla fine ha scelto di farla finita. La 18enne è rimasta sempre con lui al telefono, lo ha ascoltato piangere e, infine, esalare l'ultimo respiro. Gli investigatori ritengono che abbia agito per attirare simpatie su di sé per il lutto.

Ora è cominciato il processo nei confronti della donna, che oggi ha 20 anni. Altrettanti (di carcere) ne sono stati chiesti dalla procura: Michelle Carter deve rispondere di omicidio colposo, dopo aver chiesto di non essere giudicata dalla giuria popolare. Un’accusa pesante palesata dai numerosi messaggi inviati da Carter a Conrad Roy III, che da tempo soffriva di depressione e aveva più volte manifestato l’intenzione di suicidarsi, proprio durante i suoi ultimi istanti di vita. “Ha usato Conrad come una pedina nel suo gioco malato di vita e morte", sostiene il procuratore. "È un caso di suicidio, non di omicidio, Michelle è stata trascinata in tutto questo", sostiene la difesa, secondo cui Michelle avrebbe provato a far desistere il suo ex dall’insano gesto.

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