Insalate di McDonald’s contaminate: negli Usa decine di casi di ciclosporiasi
Le insalate di McDonald’s finiscono sotto accusa negli Stati Uniti. Sarebbero infatti a rischio ciclosporiasi, una infezione intestinale che causa dissenteria e malessere e può durare settimane. La notizia è stata diffusa dal dipartimento di Salute pubblica dell'Illinois. I casi registrati sono circa 90 casi, a partire da metà maggio. "Le indagini iniziali – scrive l'Idph – indicano una connessione con il consumo di insalate prodotte nei ristoranti di McDonald's. Anche il dipartimento della Salute dell'Iowa ha notato un incremento simile". Il direttore dell’Idph, Nirav D. Shah, ha spiegato: “Anche se la connessione con McDonald’s c’è, continuiamo a cercare eventuali fonti d’infezione alternative. Se avete mangiato un’insalata di McDonald’s da metà maggio e avete sviluppato diarrea e stanchezza, contattate un medico”.
Il 15 giugno, il CDC ha annunciato un'epidemia di ciclosporiasi “collegata ai vassoi di verdure contenenti cavolfiore, carote e aneto. A partire dal 5 luglio, 212 persone si sono ammalate in Iowa, Michigan, Minnesota, Wisconsin (mappa CDC). Sette persone sono state ricoverate in ospedale, nessun decesso è stato segnalato. I casi sono stati tutti segnalati dal 14 maggio al 13 giugno. Le insalate includono broccoli, cavolfiori, carote, sedano e aneto” si legge nel comunicato del Centers for Disease Control and Prevention.
La trasmissione della ciclosporiasi (parassita cyclospora cayetanensis) avviene per via oro-fecale tramite cibi o bevande contaminate. Non si tratta della prima epidemia negli USA. Nel 1990 in Nord America sotto accusa erano finiti i lamponi importati dal Guatemala. Mentre più recentemente, nell’estate del 2013, centinaia di persone di diversi stati americani sono state contagiate, e la causa venne rilevata nelle insalate miste prelavate. Il sintomo principale della ciclosporiasi è la dissenteria acuta, con febbre, crampi addominali, nausea, inappetenza, malessere e perdita di peso. La malattia di norma si risolve spontaneamente ma può anche durare settimane.
