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Una società romana ha denunciato Zuckerberg per aver rubato il suo logo

Maim è una società di Roma che si occupa di comunicazione. Ha depositato il suo logo ad aprile 2021, circa sette mesi prima della presentazione di Meta.
A cura di Valerio Berra
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Due M che si uniscono in una sfumatura di colori che passa dall’azzurro al violetto. Due M che insieme formano il simbolo dell’infinito. Due M che ricordano il simbolo di Meta, la società guidata da Mark Zuckerberg che raccoglie Facebook, Instagram e WhatsApp (e svariati altri progetti paralleli). Maim Group è una società di Roma che si occupa di comunicazioni, lobbying e campagne pubblicitarie. Il 26 aprile 2021 ha depositato il suo marchio a Roma e il 29 ottobre dello stesso anno è riuscita ad ottenere la ratifica della registrazione.

Il 28 ottobre tutto cambia. Con un video diffuso su tutti i suoi canali, Mark Zuckerberg annuncia la nascita di Meta: la società madre in cui vengono raccolti tutti i suoi progetti. Con Meta, il fondatore di Facebook dovrebbe traghettare l’umanità verso l’ultima frontiera digitale: il metaverso. Nuovo nome e nuovo logo, uguale a quello di Maim Group. Fanpage.it ha contattato la società e i suoi avvocati. “All’inizio l’abbiamo presa alla leggera. Poi sempre più persone hanno iniziato a fare domande sul logo: erano stupite che lo avessimo rubato a Meta”.

La causa per la registrazione in Italia

Il primo passo di Maim è stato quello di fare causa a Meta per l’utilizzo del logo in Italia. La società di Zuckerberg non ha ancora registrato il suo logo nel nostro Paese perché punta sul riconoscimento europeo del marchio. Eppure usa il suo logo da circa un anno. Il simbolo di Meta infatti si può vedere in tutte le app dei social network collegati e in alcune varianti, come quelle pubblicate su Instagram e Messenger, anche i colori ricordano quello di Maim Group. Certo, le proporzioni delle due aziende sono diverse, visto che Maim ha 15 dipendenti e Meta ne ha oltre 58 mila (dati del 2020). In ogni caso, secondo i legali della società italiana, degli spazi di manovra ci sono ancora.

Se il giudice che si occupa del caso sceglierà di dare ragione a Maim, allora potrebbe far scattare una procedura inibitoria che impedirebbe a Meta di usare il marchio in Italia. In questi casi è possibile anche che le due parti definiscano un accordo, ovviamente monetario, in cui una dovrebbe rinunciare alle sue pretese in cambio di un risarcimento. Il problema principale infatti è che le due aziende lavorano nello stesso campo: anche Meta si occupa di campagne pubblicitarie.

La registrazioni del logo all’estero

La questione della proprietà del logo supera i confini dell’Italia. Il logo di Meta è stato registrato per la prima volta il 5 ottobre 2021. Curioso l’ufficio brevetti scelto per la sua registrazione. Meta ha puntato sulla Giamaica. La scelta è forse esotica ma è stata seguita anche da Apple per la registrazione della sua Dynamic Island, una delle feature introdotte con iPhone 14 Pro e iPhone 14 Pro Max. Il vantaggio è semplice: l’ufficio brevetti della Giamaica non ha un archivio online e per verificare la documentazione su un marchio bisogna andare a consultarlo direttamente. In breve, quindi, si evitano spoiler.

La data che conta per rivendicare la proprietà intellettuale di un marchio non è quella in cui viene confermata la registrazione ma quella del deposito. Quindi su questo fronte Maim resta in vantaggio, visto che ha fatto richiesta il 26 aprile 2021. Per registrare un brevetto in tutta Europa invece è possibile fare una richiesta unica in un ufficio dell’Unione europea che si trova ad Alicante, in Spagna. È qui che Meta ha fatto domanda nei mesi scorsi per il suo logo.

L’ufficio europeo non ha ancora accettato la registrazione. Seguendo il regolamento europeo su questi temi, dal 22 settembre al 22 novembre si aprirà una fase in cui sarà possibile presentare delle opposizioni da parte delle aziende che hanno loghi simili. Una strada che, appena sarà percorribile, verrà seguita anche da Maim.

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