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Una funzione degli iPhone ha salvato la vita a 5 giovani dal catastrofico incendio alle Hawaii

Cinque giovani tra i 18 e i 30 anni sono stati salvati dal devastante incendio alle Hawaii grazie a una funzione di SOS poco conosciuta presente sugli iPhone. Ecco come funziona e come hanno fatto i ragazzi a salvarsi.
A cura di Andrea Centini
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Un gruppo di cinque giovani si è salvato dal devastante incendio che ha divorato l'isola di Maui (isole Hawaii) grazie a una funzione poco conosciuta degli iPhone, gli smartphone di Apple, che ha permesso di contattare i soccorritori via satellite quando le reti internet e telefoniche erano fuori uso. Immaginate di essere letteralmente circondati dalle fiamme mentre vi trovate in auto e non sapete quale strada prendere per salvarvi. È una situazione drammatica nella quale si sono recentemente trovate molte famiglie alle Hawaii, in particolar modo nella città di Lahaina, dove si concentra il maggior numero di morti e dispersi. Al momento, secondo le stime ufficiali, gli incendi hanno ucciso un centinaio di persone mentre i dispersi sono circa un migliaio.

Nel cuore di una catastrofe del genere è molto probabile che non prendano né la connessione internet né la linea telefonica, come effettivamente accaduto sull'isola hawaiana, pertanto non c'è nessuno a poter indirizzare chi guida sul percorso migliore, mentre le fiamme divorano tutto ciò che si vede dal finestrino. Proprio a Lahaina, un gruppo di cinque ragazzi si è salvato perché ha sfruttato una funzione presente negli iPhone dal 2020; chiamata Apple Emergency SOS, si basa sulla comunicazione satellitare ed è operativa anche in totale assenza del servizio internet e telefonico. In parole semplici, attivando questo servizio di SOS l'iPhone contatta automaticamente il numero di emergenza locale (se ne possono inserire altri manualmente) e invia contestualmente la posizione del telefono. In questo modo un ragazzo e la sua famiglia che si trovavano nei pressi del centro commerciale di Lahaina hanno contattato i vigili del fuoco che in 30 minuti li hanno raggiunti e tratti in salvo.

A raccontare la storia a lieto fine il signor Michael Miraflor, conoscente dei coinvolti, che ha deciso di condividere sul social network di Elon Musk X (ex Twitter) gli screenshot della chat di emergenza tra i soccorritori e il gruppo di giovani. “Il cugino della ragazza di mio fratello e la sua famiglia sono rimasti intrappolati nel proprio veicolo a Maui mentre gli incendi sono scoppiati improvvisamente intorno a loro”, ha scritto su X il signor Miraflor. “Nessun servizio cellulare, quindi Apple Emergency SOS era l'unico modo per entrare in contatto con i primi soccorritori. Ha letteralmente salvato le loro vite”, ha chiosato l'uomo. Il post ha totalizzato quasi 9 milioni di visualizzazioni e oltre 51mila Like, da quanto è stato pubblicato lo scorso 9 agosto.

Come si legge nello screenshot della chat, chi scrive indica di trovarsi assieme ad altri quattro giovani tra i 18 e i 30 anni all'interno di un van bianco, nei pressi dell'outlet di Maui. Il testo è conciso, ma mette in evidenza tutta la drammaticità della situazione. Il ragazzo spiega che tutti gli edifici attorno a loro sono in fiamme e il fuoco blocca la visione. Chiedono se possono guidare, ma non ottenendo subito risposta dicono di dirigersi verso l'oceano. Si accorgono di non poterlo raggiungere, così tornano nella posizione precedente. La visibilità nel frattempo è arrivata a zero. Dopo alcuni interminabili minuti vengono contattati dal servizio di emergenza, che indica loro di star inviando i vigili del fuoco verso la loro posizione, con l'indicazione di non muoversi. Chi scrive sottolinea più volte che all'interno del van la temperatura è infernale. Alle 18:47 i ragazzi contattano nuovamente il servizio di emergenza e avvisano di essere stati raggiunti e salvati, esattamente 33 minuti dopo l'invio del primo messaggio. Un tempo sicuramente non breve, ma che in una situazione così critica ha permesso ai soccorritori di salvarli. Molti, purtroppo, non ce l'hanno fatta. Agghiaccianti i racconti di alcuni sopravvissuti – compresi italiani – che hanno raccontato di famiglie sterminate proprio per aver preso la strada sbagliata, come quelle che portavano verso l'oceano.

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