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Una ex dipendente di Pornhub ci ha raccontato com’è lavorare nel porno: “Da qui nasce internet”

Noelle Perdue ha lavorato come sceneggiatrice erotica nella più grande azienda pornografica del pianeta, ed è apparsa nel documentario Netflix Money Shot. A Fanpage.it ha spiegato come funziona da dentro l’industria dei sex worker.
Intervista a Noelle Perdue
Autrice, sceneggiatrice porno, ed ex dipendente di MindGeek.
A cura di Elisabetta Rosso
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Autrice canadese, ex cabarettista, sceneggiatrice o come si definisce lei "nerd del porno". Noelle Perdue è una ex dipendente di MindGeek, la società che ha lanciato Pornhub e lo ha fatto diventare il portale di riferimento nel settore. A marzo MindGeek è stata acquisita dal fondo Ethical Capital Partners (ECP). Noelle Perdue nell’ultimo mese è apparsa nel documentario Netflix Moneyshot: The Pornhub Story dove ha raccontato il dietro le quinte dell'industria del porno. Perdue ha confermato il nodo cruciale: non puoi parlare di internet senza parlare di porno. Il web oggi non sarebbe lo stesso. Quando internet era un far west per smanettoni di professione, con invasioni barbariche di utenti che ancora non sapevano usarlo, il porno online ha definito in parte le regole del gioco.

Stiamo parlando di un terreno controverso, certo. Il porno prima innesca un’involuzione patriarcale che trasforma la donna in oggetto sessuale, poi diventa uno strumento di emancipazione dove le attrici usano come e quando vogliono il loro corpo. Scaccia i taboo, libera le fantasie, ma al tempo stesso è la tana dello sfruttamento, dei video caricati sulle piattaforme senza consenso, e della pedopornografia. Temi che emergono, alcuni più approfonditi, altri meno, in Money Shot.

Tutto è iniziato con un curriculum inviato a MindGeek. Come mai?

Allora io ero una cabarettista, e ho sempre trovato divertenti le parodie e le battute sul porno, le adoro. Credo che le persone riescano davvero a sospendere l’incredulità quando si trovano di fronte a contenuti per adulti, e questo crea opportunità divertenti. Non ero sicura che lo “scrittore di sceneggiature porno" fosse un lavoro, quindi ho fatto una ricerca su Google e non solo ho scoperto che lo era, ma una delle prime cose che è saltata fuori è stata un’offerta di lavoro di MindGeek.

Quindi hai inviato la candidatura subito?

Sì, l’ho inviata e ottenuto il lavoro.

Qual è stata la migliore sceneggiatura porno che hai scritto?

Mi sono sempre piaciute le parodie porno dei programmi televisivi che parlano di cibo, quindi tutte quelle che ho fatto sul tema sono le mie preferite.

E la peggiore invece?

Credo una sceneggiatura su un rapimento alieno, davvero stupida, però mi sono divertita moltissimo a scriverla e pensare battute sulle sonde anali e cose del genere. L'attore che ha interpretato la parte, Danny D., era davvero in gamba e sapeva recitare bene.

Il porno è un ambiente dinamico, cos’è cambiato negli anni?

La pornografia è in continua evoluzione. Negli ultimi 50 anni è cambiato moltissimo, sia come genere sia per le modalità di diffusione e consumo. Si pensi alle riviste, poi ai lungometraggi, ai sistemi di bacheca elettronica. Poi sono nati i siti di iscrizione per singoli artisti, e poi ancora è arrivata la pirateria e le piattaforme di abbonamento.

Mi dici una caratteristica di Internet che è stata influenzata dalla pornografia anche se nessuno lo sa?

Ironia della sorte: i pagamenti con carta di credito online. All’inizio sono stati originariamente creati per l'industria del porno.

Perché hai deciso di partecipare al documentario Money Shot?

C’è molta disinformazione sull’industria del porno, e questo ha effetti negativi sia sui professionisti del settore sia sui consumatori. Money Shot invece è stata una grande opportunità per portare sullo schermo riflessioni, informazioni e un contesto al grande pubblico. Abbiamo mostrato un mondo a cui di solito non hanno accesso.

Il documentario ha anche dato voce agli attori e alle attrici porno, sfatando qualche stereotipo. Com'è stato lavorare con i sex worker?

Sono adorabili, molto intelligenti e divertenti. Non solo, fanno il loro lavoro con passione e hanno un forte senso di comunità.

L’ha messo in luce anche Money Shot, la moderazione è un problema di Internet, ma con il porno fa più rumore. Quali sono i punti deboli della moderazione online?

Penso che dipenda dal tipo di moderazione. Poca moderazione è un problema, ma anche troppa moderazione può essere pericolosa.

Mi fai un esempio?

Quello che sta succedendo su piattaforme come Instagram o TikTok. In questo caso la moderazione crea qualcosa di molto simile alla censura istituzionale, diventa una forma di oppressione che genera pregiudizi ingiusti nei confronti di donne, persone queer, persone di colore, o prostitute.

Quindi il problema è anche un problema sociale. 

Sì, perché è difficile decidere in modo neutro cosa è osceno e cosa è accettabile quando la nostra percezione è filtrata e modellata da una società che ha un pregiudizio intrinseco verso una categoria di persone.

A proposito di pregiudizio. Ci sono diverse campagne contro il porno, molte puntano il dito contro lo sfruttamento delle persone. È vero che spesso dietro questi movimento ci sono gruppi estremisti che arrivano da ambienti cattolici? Penso per esempio a Exodus Cry. 

Dipende sempre dalla campagna e anche da cosa si intende per sfruttamento. Spesso però i gruppi che condannano il porno, anche quando è fatto da attori professionisti consenzienti, sono radicati nella cultura della purezza. E sì, Exodus Cry è un esempio. Loro credono proprio che il sesso e la sessualità in generale sia un peccato, qualcosa di intrinsecamente sbagliato e malvagio, e per questo da combattere.

Tra le evoluzioni del porno c’è OnlyFans. Cosa ne pensi? 

OnlyFans all’inizio è stata una grande fonte di entrate per molte persone nel settore per gli adulti e in qualche modo ha contribuito a portare i video porno o le performance dei sex worker nel mercato mainstream. Detto questo, la fiducia è diminuita quando OnlyFans ha minacciato di vietare tutti i contenuti sessualmente espliciti nel 2021. È stato uno schiaffo in faccia alle persone che sulla piattaforma avevano costruito con i loro contenuti una piccola azienda. Penso sarà difficile da dimenticare.

Cosa dovrebbe fare OnlyFans per non ripetere gli stessi errori di Pornhub?

Le piattaforme non funzionano allo stesso modo. OnlyFans per esempio chiede a tutti gli account che caricano contenuti di registrare un documento d'identità, una pratica che Pornhub incoraggiava a fare anche se non era obbligatorio. In ogni caso questa barriera non salverà necessariamente OnlyFans che potrebbe fare comunque la fine di Pornhub. Le società per i pagamenti e i gruppi cristiani stanno dando la caccia a tutti quelli che lavorano nel settore per adulti.

Parlando sempre di cose che fanno rumore, cosa ne pensi invece di ChatGPT e dell'intelligenza artificiale generativa?

Per rispondere in modo provocatorio ti dico che è un argomento "troppo grosso per me”.

Hai scritto sul tuo sito che comprendere gli aspetti scomodi, intimi e sordidi della storia digitale è necessario per influenzare il nostro futuro collettivo. A cosa ti riferisci?

Non puoi parlare di storia digitale senza parlare di pornografia, industria del porno e contenuti sessuali. Il porno è stato senza dubbio la forza più influente nei media digitali. Se non viene integrato nella storia di Internet, per qualsiasi motivo, disagio, rispetto o politiche puritane, otteniamo uno sguardo impreciso su come questi fenomeni si formano e sviluppano. Si deve parlare e far luce su questi aspetti per poter capire meglio i sistemi in cui operiamo oggi.

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