Secondo Israele a Gaza i ristoranti sono sempre pieni: la nuova campagna video pubblicata su YouTube

I video sono sette. Tutti pubblicati negli ultimi tre giorni. Clip che durano meno di un minuto, ottime per essere usate come pubblicità da inserire all’interno di altri video. Il canale YouTube promosso dal Ministero degli Affari Esteri di Israele ha pubblicato una serie di video che mostrano ristoranti pieni di cibo e clienti e mercati che traboccano di verdura.
Le immagini, recitano le descrizioni, sarebbero state girate tra luglio e agosto a Gaza. Ogni clip si conclude con una serie di scritte che emergono su sfondo nero: “C’è cibo a Gaza. Qualsiasi altra affermazione è una bugia”. L’inizio dei video invece recita: “Politici cinici e media di parte stanno mentendo”.
Sono immagini reali? Non sappiamo quando e dove siano state girate queste immagini. Ma un punto è chiaro: secondo i report dell’ONU i video pubblicati da Israele sono molto lontani dalla vita nella Striscia di Gaza. Il 22 agosto per la prima volta le Nazioni Uniti hanno dichiarato la carestia a Gaza. Nello specifico secondo l’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) ha fissato a Livello 5 il rischio d’insicurezza alimentare per il territorio compreso nel governatorato di Gaza, una zona in cui è compresa anche Gaza City.
Come spiega il portale all’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), il Livello 5 è il grado di allerta più alto. Non solo. Secondo le previsioni, la carestia dovrebbe allagarsi nelle prossime settimane: “Si prevede che le condizioni catastrofiche si estenderanno a Deir Al-Balah e Khan Younis entro la fine di settembre”.
La campagna pubblicitaria del governo di Israele
I video che raccontano una Striscia di Gaza piena di cibo sono solo l’ultimo capitolo di una campagna pubblicitaria molto lunga. Su Fanpage.it abbiamo raccontato diversi casi, dai video sugli aiuti umanitari diffusi con lo sponsorizzazioni di YouTube, agli annunci contro Francesca Albanese, passando per le campagne con i contenuti di quotidiani italiani.
Giusto in questi giorni avevamo analizzato il caso di Xaviaer DuRousseau, un creator classe 1997 che accompagnato dall’esercito di Israele ha mostrato sui social depositi sterminati di aiuti nella Striscia di Gaza. Materiale che secondo lui e secondo Israele non verrebbe distribuiti per colpa di Hamas e delle Nazioni Uniti.
La questione, chiaramente, è molto più complessa, come ha spiegato il New York Times in un reportage in cui mostra quanto è difficile per la popolazione civile accedere agli aiuti umanitari. Lasciamo solo un dato: secondo le Nazioni Uniti dalla fine di maggio all’inizio di agosto oltre 1.760 palestinesi sono stati uccisi mentre si muovevano per arrivare nei centri di distribuzione.