3 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Prince of Persia è tornato, The Last Crown è un’ottima riscoperta: lo abbiamo provato in lingua farsi

Ubisoft apre il 2024 con Prince of Persia: The Last Crown, capitolo che ritorna al 2D delle origini per permettere di vivere una storia fatta di combattimenti, esplorazione e crescita personale. La produzione ha messo a disposizione anche il doppiaggio in farsi, la lingua parlata in Persia.
A cura di Lorena Rao
3 CONDIVISIONI
Immagine

Quando avviamo per la prima volta Prince of Persia: The Last Crown, veniamo subito rapiti dalla sua atmosfera. Siamo ai tempi dell‘antico impero persiano, qui rappresentato in chiave mitologica. Nei panni di Sargon, il più giovane degli Immortali, potenti guerrieri al servizio dell’impero, dovremo trovare il principe rapito. L’ultimo avvistamento è nei pressi del Monte di Qaf, un luogo custodito da Simurgh, dio del tempo e della conoscenza, nonché protettore dei persiani. Eppure da 30 anni non c’è più segno della divinità, e non appena mettiamo piede nelle meravigliose rovine che caratterizzano il monte, notiamo che tempo e spazio seguono regole proprie. Inizia così un’avventura davvero intrigante, dedita all’esplorazione, al combattimento e al miglioramento di se stessi. Il tutto in 2D.

PRINCE OF PERSIA: THE LAST CROWN | Una delle prime inquadrature del gioco
PRINCE OF PERSIA: THE LAST CROWN | Una delle prime inquadrature del gioco

Il ritorno della saga al 2D

A 35 anni dall’esordio del franchise, avvenuto nel 1989 in Nord America su Apple II, Prince of Persia: The Lost Crown riprende le vecchie, iconiche, vibes del primo capitolo e le reinterpreta in chiave più moderna e profonda, à la metroidvania per usare il gergo videoludico (un genere che ricorda Metroid e Castelvania, ripreso da grandi successi recenti come Hollow Knight). Grafica in due dimensioni, esplorazione verticale e orizzontale, trappole mortali e duelli contro nemici letali. C’è, insomma, tutto quello che ha reso memorabile il primo Prince of Persia.

Per fortuna però, non c’è la frustrante difficoltà che caratterizza il vecchio titolo, inoltre i comandi scorrono fluidi che è un piacere, in qualsiasi frangente, che sia una fase platform (salti e acrobazie su piattaforme) o di combattimento. A supportare tali meccaniche, l’esplorazione: i corridoi, le stanze e le strade di Qaf nascondono diversi misteri da scoprire. Possono essere persone, come la piccola Fabrida, che ci saprà dare indicazioni per destreggiarci nell’articolata mappa di gioco, così come oggetti e antichi reperti, utili per capire la cultura storica e mitologica persiana, o preziosi elementi per la progressione di Sargon.

PRINCE OF PERSIA: THE LAST CROWN | I combattimenti contro i nemici non devono essere presi alla leggera
PRINCE OF PERSIA: THE LAST CROWN | I combattimenti contro i nemici non devono essere presi alla leggera

Il guerriero, già abile combattente a due spade, può a poco a poco sbloccare amuleti e abilità fondamentali per far fronte a tutte le prove richieste dal monte Qaf. Oltre ad attaccare, parare e schivare, nel corso dell’avventura Sagorn può sbloccare potenti mosse, da utilizzare dopo aver riempito un’apposita barra e nuove capacità acrobatiche, fondamentali per raggiungere percorsi all’inizio inaccessibili.

Tutti questi potenziamenti possono essere equipaggiati solo al cospetto degli alberi Wak-Wak disseminati nella mappa. Una pausa amena che ci permetterà di riprendere fiato e ripartire ancora più potenti, soprattutto se abbiamo preso qualche batosta dai nemici o dalle trappole. Il risultato è un girovagare appagante, che stimola la curiosità, a tal punto da farci chiedere spesso: “Chissà dove porterà questa strada?”.

PRINCE OF PERSIA: THE LAST CROWN | Non è obbligatorio combattere, possiamo evitare gli attacchi nemici per proseguire l'esplorazione
PRINCE OF PERSIA: THE LAST CROWN | Non è obbligatorio combattere, possiamo evitare gli attacchi nemici per proseguire l'esplorazione

Nonostante le atmosfere arcane e sospese nel tempo, abbiamo comunque la sensazione di operare in luoghi dotati di loro regole. Ad enfatizzare il tutto, una direzione artistica splendida. Il ritorno alle due dimensioni permette di dare giustizia ai fondali che ricreano l’antica Persia in tutto il suo decadente fascino. Anche il character design, ammirabile durante i dialoghi, lascia il segno negli occhi di chi gioca. Tra l’altro, per una maggiore immersione nel mondo di Prince of Persia, Ubisoft ha messo a disposizione il doppiaggio in farsi, la lingua persiana, cosa che abbiamo apprezzato. Anche le musiche contribuiscono a dare all’avventura un tono epico e fascinoso. L’italiano è disponibile solo per i sottotitoli.

Dove sarà disponibile Prince of Persia: The Last Crown

Prince of Persia: The Last Crown rappresenta un gradito ritorno di un franchise rimasto in silenzio per troppi anni, dopo il reboot dai toni fiabeschi del 2008. Questa volta Ubisoft sembra finalmente avere tutte le carte giuste per regalare un nuovo capitolo che riesca a riportare in auge una proprietà intellettuale del mondo videoludico di cui si sentiva la mancanza. Il gioco è disponibile dal prossimo 18 gennaio per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S, Nintendo Switch, Amazon Luna e PC.

3 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views