Perché ora Microsoft blocca le mail che parlano di Gaza: l’accusa dei dipendenti

La protesa dei dipendenti è cominciata a inizio aprile. Microsoft aveva organizzato un evento a Redmond, nello Stato di Washington. Doveva essere una vetrina per celebrare i 50 anni dell’azienda. Alla fine le uniche clip che sono diventate virali di quell’evento sono state le contestazioni dei dipendenti che hanno interrotto gli speaker. Una scena che si è replicata solo pochi giorni fa, quando ad essere interrotto durante un evento è stato il Ceo di Microsoft, Satya Nadella.
Il motivo delle proteste è sempre lo stesso. Diversi gruppi di dipendenti Microsoft accusa l’azienda di lavorare a stretto contatto con il governo di Israele, fornendo tecnologie che vanno dal cloud computing all’intelligenza artificiale.
Alcuni dipendenti si sono riuniti anche nel movimento No Azure for Apartheid (NOAA) che chiede a Microsoft di bloccare ogni rapporto diretto o indiretto con Israele. Azure è la divisione di Microsoft che si dedica al cloud computing, quella tecnologia che permette di sfruttare da remoto spazi e servizi di elaborazione e archiviazione dati.
La nuova linea di Microsoft sulle mail aziendali
I dipendenti che si sono radunati sotto la sigla No Azure for Apartheid hanno spiegato che negli ultimi giorni sono stati inseriti nelle caselle mail aziendali dei filtri per bloccare l’invio di messaggi che contengono riferimenti a Gaza, Palestina o Genocidio. E questo succede sia per gli oggetti delle mail che per il contenuto del testo.
Questa policy è stata confermata anche da Frank Shaw, portavoce di Microsoft che ha parlato con il magazine The Verge: “Non è appropriato inviare una mail a un ampio numero di persone su un tema che non è strettamente collegato al lavoro. Negli ultimi giorni una serie di mail con focus politico sono state inviate a decine di migliaia di dipendenti. Abbiamo cercato di trovare un modo per ridurre questo tipo di mail”.