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Perché Meta deve pagare una multa da 5,8 milioni di euro: il problema sono le pubblicità

L’azienda avrebbe promosso sulle sue piattaforme il gioco d’azzardo pubblicizzando scommesse online con vincite in denaro. Non è la prima volta per Meta, era infatti stata già sanzionata a inizio gennaio.
A cura di Elisabetta Rosso
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L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha sanzionato Meta con una multa pari a 5,85 milioni di euro. L'azienda avrebbe infatti promosso il gioco d'azzardo sulle sue piattaforme, il procedimento è scattato dopo diverse segnalazioni. "L'Autorità ha accertato la presenza di contenuti di promozione o comunque di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, su 18 profili/account (5 su Instagram e 13 su Facebook), e di 32 contenuti ‘sponsorizzati', ossia diffusi dietro pagamento sui social media, atti a promuovere e/o pubblicizzare attraverso video e immagini attività di gioco e scommesse online con vincite in denaro", si legge nella nota pubblicata da Agcom.

Il divieto di pubblicizzare il gioco d'azzardo è stato sancito dal Decreto Dignità del 2018, che tra le altre cose prevede anche norme di contrasto alla ludopatia. Secondo l'Autorità, Meta non si è limitata a ospitare contenuti, ma ha offerto un servizio di promozione ad account e profili su Instagram e Facebook, "una circostanza che mette la stessa Società in condizione di conoscere l'illiceità del contenuto", ha sottolineato l'Agcom.

Le prima multa fatta a Meta per il gioco d'azzardo

Non è la prima volta per Meta, l'Agcom a inizio gennaio aveva già sanzionato l'azienda con una multa da 750.000 euro per lo stesso motivo. Era emerso infatti che la società aveva promosso sulle sue piattaforme giochi con vincite in denaro. Non solo, "Meta consente a tutti i propri clienti business che intendono rivolgersi al pubblico italiano di promuovere tali contenuti, anche attraverso la “targetizzazione” delle inserzioni pubblicitarie”, aveva spiegato l'Agcom in un comunicato. Oltre alla sanzione l'Autorità ha anche impedito "a ciascun autore delle sponsorizzazioni oggetto del provvedimento la diffusione e il caricamento di analoghi contenuti violativi, in linea con le più recenti pronunce della Corte di giustizia dell’Unione europea”.

"Pur avendo collaborato pienamente con l’autorità su questo tema, non siamo d'accordo con la decisione presa dall'Agcom e sulla multa imposta. Stiamo valutando le opzioni a nostra disposizione", era stato il commento del portavoce di Meta.

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