Perché l’età del tuo Spotify Wrapped ti sembra sbagliata

Secondo Spotify Wrapped ho 64 anni. Sono 35 in più rispetto alla mia età reale. Il che non è un problema, come spiega lo stesso Spotify "l'età è solo un numero" e il nuovo Listening Age si basa solo sul periodo storico delle canzoni che abbiamo ascoltiamo più spesso. Nulla di personale. E infatti, il principio alla base di questa metrica si ispira – probabilmente – a un concetto psicologico noto come “reminiscence bump”, ovvero la tendenza degli individui a provare una forte connessione emotiva con la musica ascoltata tra i 16 e i 21 anni, gli anni della formazione dell’identità. Stando al mio Wrapped quindi io avrei ascoltato soprattutto musica degli anni '70. C'è solo un problema: non è così.
Le stesse metriche condivise da Spotify sono una contraddizione. Nella top 5 degli artisti più ascoltati secondo il mio Wrapped due sono band degli anni '90, due gruppi contemporanei, e solo un artista riconducibile agli anni '70. Situazione simile per i brani e gli album più ascoltati.
C’è un motivo se Spotify Wrapped è uno specchio distorto della tua dieta musicale (qui trovate un approfondimento sul tema). E non parliamo solo del Listening Age. Ci sono elementi banali che possono influenzare i dati di ascolto come playlist dimenticate in sottofondo, account condivisi o amici che usano il nostro Spotify . Ma al di là delle contingenze c’è però un problema alla base ben più complesso.
Cos’è il Listening Age e come viene calcolato
Spotify non ha reso pubblica la formula completa. Tuttavia, sulla base delle informazioni ufficiali, il calcolo potrebbe funzionare più o meno così:
- Analisi dei brani ascoltati: Spotify considera tutte le canzoni riprodotte durante l’anno.
- Identificazione dell’era dominante: viene individuato un intervallo di cinque anni in cui l’utente ha ascoltato più musica rispetto ad altri della stessa età.
- Collegamento alla reminiscence bump: l’era musicale individuata viene mappata sui cosiddetti anni di “bump nostalgico” (16-21 anni). In pratica, Spotify stima l’età di qualcuno che avrebbe ascoltato quella musica durante quegli anni formativi.
- Determinazione del Listening Age: il risultato finale è un’età “metaforica” che rappresenta quanto il nostro gusto musicale sia radicato in un periodo storico specifico.
Il peccato originale di Spotify Wrapped
Il bias dell'età però è strettamente legato con le dinamiche di Spotify Wrapped che possono alterare il ritratto del nostro anno musicale. Innanzitutto, il conteggio degli ascolti non include le settimane finali prima della pubblicazione di Wrapped, generalmente tra fine ottobre e metà novembre, escludendo così i brani più recenti.
Anche la durata delle tracce incide in modo significativo. Come hanno spiegato gli esperti di SeatPeak un brano breve riprodotto più volte può facilmente superare una lunga composizione ascoltata solo una volta, favorendo generi con pezzi veloci come l’hyperpop rispetto a quelli più elaborati come il prog rock. Infine, picchi di ascolto intensi e concentrati in brevi periodi possono far emergere un artista nella top 5, anche se è stato ascoltato solo per qualche settimana dell’anno.
Il peccato originale però è la distribuzione algoritmica che ha distinto sin da subito Spotify dalle altre piattaforme di streaming musicale. I brani possono essere categorizzati male, inseriti in playlist in cui vengono stipati generi e artisti senza un comune denominatore. E poi ci sono i criteri, poco chiari, di raccomandazione algoritmica. Rischiamo quindi di adattare le nostre abitudini di ascolto in "profili di gusto", che vengono misurati e poi riproposti utilizzando un set di parametri spesso forzati.
La riproduzione algoritmica ha infatti una falla nelle sue premesse: il genere. Tolti alcuni casi, per fare un esempio nazional popolare, i Nirvana e il grunge, è molto difficile far rientrare un progetto nella scatoletta del genere. Lo stesso vale per il periodo, ci sono artisti che difficilmete puoi "inchiodare" a un solo decennio. E visto che gli algoritmi nel fluido, nell'ibrido, si muovono male finiscono per forzare. E di conseguenza produrre risultati distorti.