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Mafia: Terra Madre, la prova del videogioco che trasforma la mafia in una vecchia cartolina

Il nuovo capitolo della saga Mafia è ambientato in una Sicilia di inizio Novecento. È una storia raccontata con attenzione ma resta sempre una produzione videoludica con intenti commerciali. Il rischio è sempre romanticizzare la figura del gangster mafioso. Il gioco di Hangar13 è disponibile per PS5, Xbox Series X|S e PC.
A cura di Lorena Rao
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Turni infiniti. Fame. Percosse dei padroni. Per i minatori di Collezolfo, la vita è spietata. Tra loro c'è Enzo Favara, chiamato da tutti u carusu, già da bambino abituato a scavare tra i cunicoli sotterranei della miniera gestita dalla famiglia Spadaro. Sogna l'America, quel luogo al di là dell’Oceano Atlantico descritto da tutti come Terra dei sogni e delle libertà. Ma il destino ha in serbo per lui altri piani: dopo l'ennesimo sopruso da parte del padrone, Enzo è costretto a lasciare la miniera. Troverà protezione nella figura di don Torrisi, un uomo stimato che gestisce un florido vigneto, rivale degli Spadaro.

È da quest'incipit ricco di pathos che inizia la scalata criminale di Enzo in Mafia: Terra Madre, il nuovo videogioco sulla criminalità organizzata sviluppato dal team statunitense Hangar13 e pubblicato da 2K. A supporto dello sviluppo, anche uno studio italiano con base in Sicilia, ad Acireale: Stormind Games, noto per Batora: Lost Haven e A Quiet Place: The Road Ahead. L’ambientazione in questo caso non è la Chicago degli anni Trenta del primo Mafia, né la New York degli anni Cinquanta del secondo capitolo e nemmeno la New Orleans del 1968 di Mafia III. Il nuovo Terra Madre inizia la sua storia dove tutto è iniziato: la Sicilia di inizio Novecento, vera protagonista dell’esperienza.

Essere criminali tra necessità e destino

Enzo non è mafioso per scelta, ma per necessità. In verità nemmeno è cosciente di esserlo all'inizio. Del resto, il termine mafia non viene mai utilizzato nel gioco. Don Torrisi parla di “cosa nostra” per riferirsi agli affari del suo vigneto tra la Sicilia occidentale e gli Stati Uniti. In questo contesto, u carusu si ritrova ad affrontare una serie di prove per riconoscenza nei confronti di Torrisi (e per amore di sua figlia Isabella). Tali prove si traducono in corse coi cavalli per l’onore del don, lotta ai briganti delle campagne, ma anche riscossione del pizzo, minacce ai lavoratori in sciopero e duelli all'arma bianca.

MAFIA: TERRA MADRE | Le fasi di gameplay sono piuttosto essenziali.
MAFIA: TERRA MADRE | Le fasi di gameplay sono piuttosto essenziali.

Un crescendo che innesca un dilemma morale nel cuore di Enzo, dando origine a una storia dal forte taglio cinematografico, tipico delle produzione del franchise Mafia, ma ancor più del cinema hollywoodiano. “Il sistema degli old media è quello che influenza maggiormente i new media: la realtà videoludica ha come riferimento il cinema”, spiega Marcello Ravveduto, docente di Digital Public History alle Università di Salerno e di Modena e Reggio Emilia, a Fanpage.it. "È come se il giocatore stesse entrando in una sceneggiatura cinematografica tipica dei mafia movies, dove però qui ha un ruolo centrale".

Il riferimento è all’interazione tipica del videogioco, che permette di fruire di  un’esperienza attiva rispetto a cinema, libri e serie tv. Viviamo appieno l’ascesa criminale di Enzo, a partire dalla scelta del vestiario e della macchina, fino ad arrivare alle sezioni effettive di gameplay, che si dividono in sparatorie, fasi stealth, corse in auto o a cavallo e duelli coi coltelli. Un gameplay davvero lineare e semplice, che sembra quasi il riempitivo di una storia estremamente ricca di solennità, grazie anche a un cast di personaggi davvero memorabile.

La Sicilia in Mafia: Terra Madre

Com’è tipico nella serie, in Mafia le location sono sempre fittizie, anche se è facile riconoscerne le ispirazioni. Nel caso di Terra Madre, l’area di riferimento è la Sicilia occidentale, con Palermo presente all’appello, tuttavia non mancano elementi che richiamano altre aree dell’isola. C’è “A' Muntagna”, in riferimento all’Etna, che nella realtà è sita nel versante orientale, così come ci sono rovine greche ispirate alla Valle dei Templi di Agrigento. Un mix che non rispecchia l’autenticità geografica per valorizzare quella estetica: la Sicilia del gioco è arcaica, rurale, passionale, lussureggiante.

MAFIA: TERRA MADRE | L’ambientazione principale resta la campagna attorno al vigento di don Torrisi, anche se non mancano scorribande nel paesino fittizio di San Celeste.
MAFIA: TERRA MADRE | L’ambientazione principale resta la campagna attorno al vigento di don Torrisi, anche se non mancano scorribande nel paesino fittizio di San Celeste.

"Sicuramente l'ambientazione serve a determinare anche una condizione di immaginario turistico. La Sicilia è un pezzo del mondo immaginario dell'America, soprattutto in alcuni elementi", afferma Ravveduto. "Palermo e la Conca d’Oro hanno avuto un peso sia per quel che riguarda i migranti, sia per l’esportazione dei prodotti locali verso gli Stati Uniti". In effetti, il business di don Torrisi cresce in modo massiccio con l’esportazione del proprio vino in America.

"Ritroviamo poi l'Etna come elemento simbolico di un mondo passionale, magmatico, mentre Agrigento è sicuramente legato a una dimensione classica, quindi all'idea di Sicilia come luogo antico, di conseguenza anche autentico". Giocando a Mafia: Terra Madre è evidente il contrasto tra la campagna siciliana e le metropoli statunitensi dei capitoli precedenti, come a ribadire la natura millenaria, arcaica della Sicilia: accanto alle prime macchine a motore ci sono i carretti, le donne con le giare e i briganti con la lupara.

"La questione del primitivo è legata a radici di autenticità di un mondo che resiste alla pressione della modernità. In realtà sappiamo quanto fosse moderna la mafia  e quanto sfruttasse i mercati più ricchi della Sicilia", precisa Ravveduto. "Tale questione è legata ovviamente all'idea di di mondi antichi che arrivavano negli Stati Uniti con i processi di immigrazione di fine Ottocento e inizio Novecento. Una visione che si lega anche alle radici stesse dell’America: non a caso le fasi action del gioco, come le galoppate a cavallo, rimandano al Far West americano".

Per Ravveduto non è una casualità. "Il genere western ha influenzato la narrazione delle mafie. I primi film di mafia in Italia erano debitori alla cinematografia western: pensiamo ad esempio alle pellicole degli anni Cinquanta di Pietro Germi. Un’influenza che rimanda al mito delle origini".

MAFIA: TERRA MADRE | Estetica western e siciliana si uniscono in tutt’uno molto suggestivo.
MAFIA: TERRA MADRE | Estetica western e siciliana si uniscono in tutt’uno molto suggestivo.

Tale cura stilistica, rappresentativa ed estetica di grande pregio quella di Mafia: Terra Madre, evidente anche nel doppaggio: tra le lingue a disposizione non c’è l’italiano ma direttamente il siciliano, e in modo ancora più specifico il palermitano (moderno, non dell’epoca). Una scelta che si rivela funzionale per un’immersione potente all’interno di atmosfere così lontane nel tempo, ma ben salde nell’immaginario collettivo legato alla Sicilia (e alla mafia).

Mafia pop

Nonostante la grande attenzione nel raccontare una storia di mafia, occorre precisare che parliamo pur sempre di una produzione videoludica con intenti commerciali, di conseguenza è impossibile trovare una trattazione complessa e rigorosa del fenomeno mafioso in Sicilia. Il rischio è quella di una romanticizzazione della figura del gangster mafioso – ormai è evidente il doppiofilo che lega la cultura USA a quella italiana – e delle dinamiche criminali. Una semplificazione evidente nel post che Hangar13 ha pubblicato il giorno di lancio di Mafia: Terra Madre, in cui lo studio ringrazia la community scrivendo "Thank you, mafiosi!", per riferirsi agli appassionati del franchise.

"Questo ringraziamento fa parte di un processo di poppizzazione della mafia, ma ci racconta anche un'altra cosa: negli Stati Uniti, il termine mafioso indica anche qualcuno che è in grado di influenzare i segmenti di mercato, o più in generale di influenzare il mondo intorno a sé. Da questo punto di vista, il ‘Thank you, mafiosi!' è tanto una identificazione del videogiocatore dentro una community, quanto l'idea di questi giocatori che diventano attori in grado di influenzare il mercato videoludico".

In definitiva, Mafia: Terra Madre è un’opera che affascina per il respiro cinematografico, la cura estetica e la capacità di riportarci alle origini di un mito criminale ormai globalizzato. Ma, come ogni prodotto dell’intrattenimento di massa, vive nella contraddizione tra denuncia e fascinazione, tra memoria storica e leggenda pop. E forse è proprio lì, in quell’equilibrio instabile, che la sua Sicilia diventa immortale.

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