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Luca, campione mondiale di Pokémon a Fanpage: “Non rispondo agli insulti: per il futuro ho altri piani”

Luca Ceribelli, 21 anni, ha vinto il Campionato Mondiale di Pokémon che è stato disputato a Honolulu, nelle isole Hawaii. Oltre alla coppa, Ceribelli ha portato a casa anche un montepremi da 30.000 dollari. Parecchi, ma forse non abbastanza per pensare a una carriera da professionista. In questa intervista spiega a Fanpage.it i suoi progetti.
A cura di Valerio Berra
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Statistica, strategia e conoscenza profonda delle dinamiche del gioco. Gli allenatori che nei giorni scorsi sono arrivati alle Hawaii per partecipare ai Campionati Mondiali di Pokémon non sono esattamente quelli descritti dall’anime visto da diverse generazioni. Luca Ceribelli, 21 anni, era fra questi e nella notte tra il 18 e il 19 agosto è riuscito a strappare il titolo di Campione del Mondo di Pokémon dopo aver battuto in finale il giapponese Yuta Ishigaki.

Le immagini della vittoria sono state riprese da tutti i media in Italia. I commentatori annunciano l’esito dello scontro, Luca si toglie le cuffie di fretta, si alza dal palco e corre ad abbracciare i suoi amici nel pubblico. I fotografi faticano a toglierlo dai suoi compagni. Si sposta solo quando un membro dello staff gli dice di tornare sul palco per gli ultimi rituali. Da Honolulu Ceribelli porta a casa un montepremi da 30.000 dollari e un titolo che mancava in Italia dal 2013, quando quella stessa coppa era stata alzata da Arash Ommati. Ora ha raccontato a Fanpage.it i suoi progetti per il futuro.

L’inizio di tutto: Pokémon Platino

Per trovare le origini del franchise Pokémon bisogna tornare al 1996 con due videogiochi: Pocket Monsters Red e Pocket Monsters Green. Da qui è partito tutto. L’anime, esploso in Italia pochi anni dopo, le carte da gioco, ora diventate oggetti da collezione, il videogioco competitivo e la variante Pokémon Go, il gioco che nell’estate del 2016 ha monopolizzato gli smartphone.

I primi ricordi di Luca con Pokémon iniziano in una fase già avanzata del brand. Spiega a Fanpage.it: “Il primo momento che mi viene in mente quando penso a Pokémon è con il videogioco Pokémon Platino, quando ho battuto Camilla”. Pokémon Platino è uscito nel 2008, è la campionessa della Lega Pokémon di Sinnoh dove gli allenatori hanno scoperto la quarta generazione di Pokémon.

I progetti per il futuro: “Voglio finire la triennale”

“Per giocare alla versione competitiva di Pokémon bisogna saper formulare piani di gioco, avere capacità di adattamento e inventiva nella costruzione del proprio team”. Ogni allenatore ha a disposizione sei Pokémon. Sul terreno di gioco possono essere schierati due alla volta. Oltre alle mosse, i Pokémon possono avere anche abilità diverse che influenzano le mosse loro o degli avversari.

Nonostante la vittoria, il competitivo di Pokémon non paga moltissimo. Certo, 30.000 dollari non sono pochi ma non sono paragonabili ai montepremi milionari di altri eSport come League of Legends. Al momento quindi, per Luca non c’è in vista un futuro da giocatore professionista: “Ora voglio finire la laurea triennale in Fisica e iniziare una specialistica. Non mi interessa una carriera professionistica, quando devi performare per forza il gioco non è divertente”.

Gli insulti sui social dopo la finale

La vittoria di Luca è arrivata su parecchi i giornali, finendo sotto gli occhi di un pubblico che di solito non segue queste eventi. Un’esposizione che ha generato anche la reazioni di chi considera i videogiochi ancora una questione trascurabile. Il portale Pokémon Millennium ha raccolto diversi commenti. Le frasi vanno da “Quando il nulla incontra l’inutile” a “Ora ci possiamo estinguere” o ancora “Pensa che scemi, noi a 21 anni avevamo fatto il militare”. Tutti insulti che sono stati velocemente snobbati da Luca: “Non devo rispondere a niente. Le persone a me strette sono le uniche di cui mi importa il pensiero”.

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