ll governo israeliano sta comprando annunci su Google per screditare la Flotilla e Greta Thunberg: l’indagine di Fanpage.it

Nelle prossime ore gli ultimi attivisti della Global Sumud Flotilla verranno rilasciati da Israele. Potranno tornare a casa dopo essere stati bloccati nelle acque internazionali e trasferiti nel carcere di Ketziot e in quello di Saharonim, nel deserto del Negev. Chi è già tornato sta raccontando i maltrattamenti, le violenze e le umiliazioni subite durante la detenzione. Testimonianze che il governo israeliano ha etichettato come "fake news". E se da un lato Israele nega gli abusi, dall'altro propone la sua versione della storia. Secondo le nostre indagini, infatti, un’agenzia legata al governo di Benjamin Netanyahu sta pagando le piattaforme per manipolare la narrazione etichettando come terroristi i membri della Global Sumud Flotilia.
Nelle ultime ore abbiamo scoperto una nuova campagna di sponsorizzazioni su Google per promuovere un report che accusa la flotta di essere un braccio operativo di Hamas. L’analisi dei dati rivela una campagna pubblicitaria su larga scala sul territorio europeo: decine di annunci con migliaia di visualizzazioni stanno diffondendo messaggi di propaganda israeliana. Tutti i dati si possono trovare sulla piattaforma Ads Transparency Center, sviluppata dalla stessa Google.
L'obiettivo delle autorità israeliane è far credere che i membri della Flotilla siano terroristi entrati illegalmente nel Paese. Una narrazione fuorviante per giustificare l'attacco e la reclusione. Le imbarcazioni infatti sono state intercettate illegalmente in acque internazionali, dove Israele non esercita alcuna giurisdizione. Non solo, i partecipanti sono stati trasferiti in territorio israeliano con la forza, e quindi non vi hanno fatto ingresso volontariamente. Il documento sponsorizzato fa parte di una campagna strutturata che Fanpage.it segue da mesi. Israele sta utilizzando strumenti propri della comunicazione commerciale per la sua propaganda. L'opinione pubblica, infatti, per il governo di Netanyahu rimane un problema enorme. E la diffusione del documento contro la Flotilla non è casuale, ma arriva in un momento strategico: durante i negoziati a Sharm el Sheik.

Il documento israeliano e le false accuse contro la Flotilla
Abbiamo analizzato il documento promosso dal governo israeliano intitolato "La flottiglia del terrore". La prima accusa è che la Flotilla non trasportasse alcun aiuto umanitario. A bordo delle imbarcazioni, si legge nel documento "non sono state rinvenute forniture o attrezzature umanitarie significative, contrariamente a quanto sostenuto dagli organizzatori." Falso. I carichi sulle imbarcazioni infatti sono stati accuratamente documentati. "Giornalisti, osservatori per i diritti umani, parlamentari e organizzazioni umanitarie hanno fornito prove innegabili degli aiuti a bordo", ha spiegato la Global Sumud Flotilla (GSF) in un comunicato nel quale sono presenti anche immagini delle forniture mediche, di cibo e altri beni di prima necessità destinate alla popolazione di Gaza.
Non è l'unica accusa mossa da Israele. Secondo il documento la leadership della flottiglia sarebbe composta da individui che hanno legami diretti con Hamas. "Il direttivo della GSF avrebbe scelto di presentare Greta Thunberg come figura di copertura", si legge nel report. Il governo israeliano sostiene che l’operazione della Flotilla non aveva finalità umanitarie, ma rappresentava una campagna di propaganda volta a legittimare Hamas e a minare gli sforzi internazionali per regolare l’invio di aiuti umanitari verso Gaza. Una tesi ribadita anche da ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir.
Dopo la visita in carcere ha infatti scritto su X: "Gli attivisti sono qui trattenuti come terroristi, con la tuta dei terroristi. Penso che debbano essere tenuti per alcuni mesi in una prigione israeliana, in modo che si abituino all’odore dell’ala terroristica". Sulla Flotilla hanno viaggiato giornalisti, attivisti, politici. Non terroristi. L'etichetta è un modo per criminalizzare i soccorsi umanitari, giustificare i maltrattamenti e scoraggiare nuove missioni.

La nostra analisi sulla sponsorizzazione del governo israeliano
Il documento "La flottiglia del terrore" è stato sponsorizzato sulle piattaforme attraverso una campagna pubblicitaria su Google. Consultando il portale Ads Transparency, risulta che il dominio govextra.gov.il ha sponsorizzato la pagina tra il 5 e il 6 ottobre. Il meccanismo è semplice, basta pagare per spingere una pagina in cima ai risultati di ricerca su Google. Si scelgono specifiche parole chiave legate ai prodotti o servizi e vengono creati annunci testuali mirati, in questo caso Global Sumud Flotilla o Greta Thunberg. Ogni volta che un utente cerca una delle parole chiave su Google, l’annuncio può comparire tra i primi risultati, segnalato dalla dicitura “Sponsorizzato". Per promuovere il documento sono state realizzate tre campagne differenti, tutti i link però rimandano allo stesso report. La sponsorizzazione è rivolta ai Paesi occidentali. Stando infatti alle nostre ricerche tra i target compaiono: Austria, Francia, Germania, Canada, Spagna, e anche l'Italia.
Dietro alla campagna di sponsorizzazioni c'è la Israeli Government Advertising Agency. L'agenzia opera come gruppo di comunicazione per vari enti governativi, aziende, enti statali e aziende pubbliche. Sul suo profilo LinkedIn spiega "la nostra agenzia è responsabile di numerosi processi di marketing, tra cui campagne pubbliche e sociali su un'ampia gamma di argomenti". La campagna dell'IGAA è stata confermata da un recente accordo da 45 milioni di dollari con Google. Secondo un rapporto pubblicato su Drop Site News, il governo israeliano a fine giugno avrebbe firmato un progetto semestrale di sponsorizzazioni. Il contratto è stato stipulato con YouTube e con la piattaforma Google Display & Video 360.

Manipolazione mediatica e propaganda: come Israele riscrive la narrazione
Non è la prima volta. Il governo di Israele aveva adottato la stessa tattica per screditare l'UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che fornisce assistenza ai rifugiati palestinesi, l'ONU, accusandolo di bloccare gli aiuti umanitari sul confine e Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Da mesi infatti il governo israeliano sta manipolando i risultati di ricerca. Non solo, ha anche invaso le piattaforme con video propaganda creati con l'intelligenza artificiale e colonizzato la pubblicità su YouTube. Abbiamo trovato video di telegiornali falsi che annunciano attacchi di Hamas che non sono mai avvenuti, ma anche filmati che sponsorizzano "una delle più importanti operazioni di assistenza umanitaria al mondo da parte di Israele".
L’IGAA è anche entrata nel perimetro dell’informazione giornalistica tradizionale. L’agenzia infatti ha promosso un articolo di Avvenire contro Hamas a insaputa della testata. Il pezzo intitolato "La sistemica violenza sessuale l'altra arma del 7 ottobre", è comparso sponsorizzato anche sulle pagine di testate italiane come il Post e il Messaggero.
La nuova offensiva mediatica — che unisce propaganda digitale, censura e manipolazione dei motori di ricerca — rappresenta dunque un tentativo coordinato di riscrivere la narrazione del conflitto e di delegittimare ogni forma di solidarietà civile verso la popolazione palestinese.
