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Legge contro il pezzotto: cosa dice la proposta in cui le multe agli utenti passano a 16.000 euro

Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia, ha presentato una proposta di legge per alzare le sanzioni contro gli utenti che utilizzano il pezzotto. L’obiettivo è aumentare le multe di circa tre volte: da 154 a 500 euro per le multe base, da 5.000 a oltre 16.000 euro per le recidive.
A cura di Valerio Berra
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Negli ultimi due anni le leggi sul pezzotto sono cambiate. Il dispositivo che serve per vedere contenuti in streaming distribuiti in modo illegale ha sempre alimentato un’economia sommersa. Pochi euro al mese per vedere tutte le piattaforme a pagamento. Da circa due anni l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha iniziato una campagna in due direzioni: colpire gli utenti finali e rendere le sanzioni più dure.

A inizio maggio sono arrivate le prime multe. Circa 2.266 utenti multati con 154 euro con la prospettiva di arrivare a 5.000 euro in caso di recidiva. Nel giro di poche settimane è già arrivata una nuova proposta per alzare ancora la multa. È stata fatta da Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia insieme ad altri due deputati della maggioranza: Luca Toccalini (Lega) e Federico Mollicone (Fdi).

Cosa prevede la nuova legge sul pezzotto

Il testo risale al 20 maggio ma è stato depositato il 16 luglio. La proposta di legge si può trovare sul sito della Camera del Deputati. Il testo prevede di innalzare di oltre tre volte le sanzioni che sono previste al momento. Nello specifico il moltiplicatore dovrebbe essere di circa 3,25. Un aumento che vale sia per la prima sanzione che per la seconda legata alla recidiva.

In questo modo la prima sanzione da 154 euro arriva a 500 euro mentre la seconda sanzione da 5.000 euro arriva agevolmente a 16.233,77 euro. Secondo il testo, la differenza tra le nuove sanzioni e quelle già previste dalla legge dovranno essere destinate al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

Perché aumentare le sanzioni? Secondo Osnato serve per aumentare l’effetto di deterrenza. Il deputato lo ha spiegato durante un’intervista a giornale Open: “Ho lavorato insieme alla Lega Calcio, alle società televisive e alla Guardia di Finanza. È emerso che intervenire era difficile perché la sanzione era troppo limitata e non aveva alcun tipo di deterrenza sull’utente finale. Per questo abbiamo deciso di iniziare a lavorare su questo aspetto”.

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