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Le megacostellazioni di satelliti potrebbero lacerare l’atmosfera: “Saremo esposti a radiazioni solari”

Non tutti sono d’accordo, c’è infatti chi giudica lo studio speculativo. Qualsiasi potenziale riduzione dell’atmosfera richiederebbe probabilmente secoli.
A cura di Elisabetta Rosso
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Stiamo colonizzando anche i cieli, come dimostra la corsa al posizionamento dei satelliti nell'orbita terrestre. Solo Stalink di SpaceX prevede di lanciare una seconda generazione composta da 42.000 satelliti. E questo potrebbe essere un problema. Secondo uno studio della University of Iceland le polveri conduttive che rimangono nell'atmosfera dopo il rientro di un satellite sono estremamente dannose. Il rischio è che creino uno strappo, esponendo la Terra alle radiazioni e alle tempeste solari provenienti dallo spazio. "Stiamo circondando il pianeta con la spazzatura", ha spiegato alla testata Space.com, Sierra Solter-Hunt, fisica e autrice della ricerca. "C'è un rischio reale di lacerazione atmosferica".

Il materiale conduttivo potrebbe impattare sul campo magnetico terrestre. "I satelliti sono per lo più in alluminio e l'alluminio è un superconduttore", ha spiegato Solter-Hunt. I superconduttori sono usati per bloccare, distorcere o schermare i campi magnetici. La mia preoccupazione è che a un certo punto in futuro questa polvere conduttiva potrebbe creare alcune perturbazioni nella magnetosfera". Immaginando uno scenario quasi apocalittico quindi la magnetosfera indebolita potrebbe permettere al vento solare di distruggere l'atmosfera terrestre, qualcosa di simile era successo su Marte miliardi di anni fa. Ma non tutti sono d'accordo con lo studio.

La polvere creata dai detriti

La polvere plasmatica nasce dalle interazioni tra il gas ionizzato che costituisce l’atmosfera superiore della Terra e le microscopiche particelle di cenere lasciate indietro dal burn-up delle meteore che colpiscono il pianeta o dai satelliti che tornano una volta terminata la missione. La polvere magnetica proveniente dai satelliti rientranti si accumula a circa 60 e 80 chilometri sopra la superficie terrestre.

La National Oceanic and Atmospheric Administratio ha rilevato che ogni giorno un satellite muore nell'atmosfera terrestre. Il numero è destinato a crescere. “Si tratta di circa 29 tonnellate di materiale di rientro satellitare ogni giorno, solo per la megacostellazione di Starlink”, ha spiegato Solter-Hunt.

I rischi per la Terra

Secondo lo studio le perturbazioni causate dal guscio conduttivo potrebbero bucare nello scudo magnetico protettivo della Terra, consentendo potenzialmente a una radiazione cosmica di raggiungere la superficie del pianeta. E infatti, l'alta concentrazione di polveri rischia di danneggiare l'ozono, che protegge la Terra dalle radiazioni solari, causando così una lacerazione atmosferica.

Non solo, le polveri potrebbero anche ostacolare l'esplorazione spaziale, il rischio è che le particelle magnetiche interferiscano con le compontenti elettroniche dei razzi.

Non tutti sono d'accordo

I ricercatori hanno già espresso preoccupazione per le crescenti concentrazioni di cenere satellitare nell’atmosfera terrestre. “Queste megacostellazioni creeranno sempre più inquinamento”, ha detto Solter-Hunt.

Non tutti però nella comunità scientifica sono d’accordo. C'è infatti chi giudica la ricerca di Solter-Hunt troppo speculativa. La fisica ha ribattuto spiegando che qualsiasi potenziale riduzione dell’atmosfera richiederebbe probabilmente secoli.

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