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L’Arabia Saudita ha ordinato ai militari di uccidere i ribelli: deve fare spazio alla sua città futuristica

Neom è un progetto fantascientifico e controverso. Dietro la città ci sono perplessità, oltre gli impasse etici dovuti al regime autoritario del principe e allo sfollamento dell’antica tribù beduina stanziata, il progetto per molti non né sostenibile, né realizzabile.
A cura di Elisabetta Rosso
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Abdul Rahim al-Huwaiti ha negato al comitato del catasto di valutare la sua proprietà. Il giorno dopo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalle autorità saudite. Poi la sua casa è stata rasa al suolo. Siamo in mezzo al deserto arabo, la “tela bianca” del principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman. Qui infatti sorgerà Neom una Città Stato del futuro fatta di pareti a specchio che tagliano il Paese a metà e lune artificiali che galleggiano nel cielo. C'è solo un problema, quella "tela" come l'ha definita il principe, tanto bianca non è.

Il deserto infatti è abitato dalla tribù al-Huwaitat, che da generazioni vive nella regione di Tabuk, nel nord-ovest del paese. E questo per il principe è un problema, ma non un freno. Il colonnello Rabih Alenezi ha raccontato alla Bbc che gli è stato ordinato di cacciare gli abitanti dei villaggio per far posto alla città. L'ordine era chiaro: "Ci hanno detto che dovevamo uccidere tutti quelli che si opponevano allo sfratto, ci hanno autorizzato a usare la forza letale contro tutti quelli che cercavano di rimanere nelle loro case".

La Bbc ha anche analizzato le immagini satellitari di tre dei villaggi demoliti: al-Khuraybah, Sharma e Gayal. Case, scuole, ospedali, ogni traccia è stata cancellata dalla mappa. Secondo Alenzi "Neom è l'ossessione di Mohamed Bin Salman. Ecco perché è stato così brutale nel trattare con gli Huwaitat". Il colonnello Alenezi, che ora vive nel Regno Unito, teme ancora per la sua sicurezza. "Un ufficiale dell'intelligence ha detto che mi sarebbero stati offerti 5 milioni di dollari se avessi partecipato a un incontro presso l'ambasciata saudita di Londra con il ministro degli Interni saudita", ha raccontato alla Bbc. Il colonnello ha rifiutato l'invito.

Il progetto del principe Mohamed Bin Salman

Neom è un progetto futuristico e controverso. Sarà composto da tre regioni. Trojena, la località montana, che ospiterà Giochi Asiatici del 2029, Oxagon, la struttura galleggiante più grande al mondo e The Line, la spina dorsale che attraversa l’Arabia Saudita. Una lunghissima metropoli intelligente incastrata tra due specchi e composta da tre strati, uno per i pedoni, e due sotterranei, per le infrastrutture e per i trasporti. Praticamente la versione nel deserto di “Condominium” di J. G. Ballard.

I primi lavori sono iniziati a ottobre 2021, e l’arrivo dei residenti è previsto entro il 2024 (la stima non è realistica visto lo stato del progetto). Dietro la città futuristica ci sono perplessità. Oltre gli impasse etici, dovuti al regime autoritario del principe e allo sfollamento dell'antica tribù beduina stanziata, il progetto per molti non né sostenibile, né realizzabile. 

Cosa è successo alla tribù al-Huwaitat

Dopo la morte di Abdul Rahim al-Huwaiti, le autorità saudite hanno motivato l'attacco spiegano che l'uomo avrebbe aperto il fuoco contro i soldati, costretti a a reagire per difendersi. Secondo le organizzazioni per i diritti umani e le Nazioni Unite, però, è stato ucciso solo per essersi opposto alle autorità saudite.

Non solo, secondo l'ONU e l'ALQST, organizzazione per i diritti umani che documenta e promuove i diritti umani in Arabia Saudita, almeno altri 47 abitanti del villaggio sono stati arrestati dopo aver resistito agli sfratti, molti di loro sono stati accusati di essere terroristi, 40 sarebbero ora in prigione, "cinque di loro sono nel braccio della morte", ha spiegato ALQST.

Alcuni abitanti del villaggio sono stati arrestati per aver pianto dopo la morte di al-Huwaiti, secondo gli attivisti per i diritti umani. Le autorità saudite avevano anche promesso un risarcimento per lo sfratto, eppure secondo ALQST, le cifre pagate sono state inferiori rispetto al prezzo stabilito.

Non è la prima volta

La stessa strategia era stata messa in atto per un altro programma di Saudi Vision 2030: Jeddah Central. Più di un milione di persone sono state cacciate per costruire nella città occidentale dell'Arabia Saudita un teatro dell'opera, un quartiere sportivo, unità residenziali e un centro commerciale. Nader Hijazi (nome fittizio) è cresciuto ad Aziziyah, uno dei circa 63 quartieri rasi al suono. Nel 2021 ha visto la casa di suo padre distrutta per far spazio a Jeddah Central. "Abbiamo ricevuto un preavviso di meno di un mese", ha raccontato alla Bbc. Secondo gli attivisti sauditi due persone si sono opposte alle demolizioni e sono state arrestate dalle autorità.

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