La storia del turista espulso per un meme non è vera: cosa è successo al confine con gli Stati Uniti

Tutto è partito da un titolo di Nordlys, una testata in lingua norvegese. Qui il 23 giugno Mads Mikkelsen, 21 anni, aveva raccontato una storia in effetti interessante. Mads ha preso un aereo per gli Stati Uniti. Una volta atterrato all’aeroporto di Newark, in New Jersey, gli agenti della Immigration and Customs Enforcement (ICE) lo hanno bloccato. Prima i controlli di routine, poi quelli al suo smartphone. Qui hanno trovato un meme su J. D. Vance, vicepresidente degli Stati Uniti. Un motivo che, secondo Mikkelsen, avrebbe portato subito alla sua espulsione.
La storia è girata parecchio. Il 24 giugno è stata ripresa dal Daily Mail e poi a cascata da parecchi giornali. Alla fine lo stesso Mikkelsen ha spiegato che dietro alla sua espulsione c’era anche qualcosa di più.
Di cosa è stato accusato Mads Mikkelsen
Insieme alle storia di Mikkelsen sono cominciati a circolare anche i primi dubbi. Certo, negli Stati Uniti i controlli alle frontiere sono aumentati e nei mesi scorsi sono stati registrati casi simili. A fine marzo il ministro della ricerca francese Philippe Baptiste ha rivelato che uno scienziato era stato espulso. Il motivo? Gli agenti alla frontiera avrebbero trovato delle conversazioni nel suo smartphone in cui criticava Donald Trump.
Essere bloccati in aeroporto per un meme però sembra un po’ troppo, considerando anche l’enorme quantità di meme che rimangano salvati negli smartphone dalle nostre conversazioni. La Customs and Border Protection ha pubblicato una nota ufficiale sui suoi canali: “La storia è falsa. A Mads Mikkelsen non è stato negato l'ingresso per motivi politici o meme, ma per aver ammesso di aver fatto uso di droghe”.
Alla fine il 25 giugno lo stesso Mikkelsen ha rilasciato una seconda intervista a Nordlys in cui ha allargato il problema. Durante i controlli con gli agenti dell’ICE Mikkelsen ha ammesso di aver fatto uso di droghe, nello specifico di aver usato marijuana in Germania e nel New Mexico. Dice Mikkelsen: “È legale in entrambi i posti, quindi per me non era un dettaglio rilevante”. Il ragazzo spiega anche che ci sarebbero state delle inesattezze nel verbale degli agenti. Avrebbero scritto che Mikkelsen aveva un passaporto spagnolo. In ogni caso Mikkelsen, inondato di chiamate, ha spiegato di non aver intenzione di continuare a intervenire su questa storia. Spiega a Nordlys: “È un po’ troppo per me da gestire”.