Microsoft ha un grosso problema con Windows 11: più di 500 milioni di utenti si rifiutano di usarlo

La transizione al nuovo sistema operativo di Microsoft procede con un passo sorprendentemente lento. A rivelarlo non sono solo le percezioni diffuse tra utenti e aziende, ma soprattutto i numeri diffusi da Dell, il colosso statunitense dei computer e delle componenti informatiche, che mostrano un panorama molto diverso da quello che Microsoft vorrebbe raccontare. La migrazione a Windows 11, inaugurata con ottimismo nel 2021, anno del primo rilascio, si sta trasformando in una corsa a ostacoli che coinvolge hardware datato, scarsa motivazione al cambiamento e una base d'installato ancora saldamente ancorata al passato.
Mezzo miliardo di computer fermi al palo
A inquadrare la questioneè stato Jeff Clarke, direttore operativo di Dell. Durante un incontro con investitori e analisti, Clarke ha spiegato che nel mondo circolano circa un miliardo di PC che non sono ancora passati a Windows 11. Di questi, metà non potrà mai farlo a causa dei requisiti hardware più rigidi introdotti da Microsoft, come processori più recenti o il supporto al chip di sicurezza TPM 2.0, che li rende di fatto obsoleti e incompatibili con il nuovo sistema. Gli altri 500 milioni, invece, avrebbero le caratteristiche necessarie per l'aggiornamento, ma, semplicemente continuano a rimandarlo. "Abbiamo un ampio margine di conversione", ha spiegato Clarke, sottolineando come la transizione sia in ritardo di "10-12 punti percentuali rispetto alla generazione precedente".
A complicare il quadro sono poi arrivate le dichiarazioni di Pavan Davuluri, responsabile Windows in Microsoft, secondo cui "quasi un miliardo di persone fanno affidamento su Windows 11". Una cifra che però, non coincide con i dati di mercato. Senza una definizione precisa (quanti utenti attivi? quanti hanno installato realmente il sistema?), la stima resta molto incerta.
Perché si rifiuta il cambiamento: il peso delle abitudini
La lentezza della migrazione non è però causata solamente da aspetti tecnici. Molti utenti sembrano percepire Windows 10 come un ambiente allineato alle proprie esigenze quotidiane. Un'interfaccia conosciuta, una buona stabilità e l'assenza di problemi urgenti da risolvere stanno infatti contribuendo a renderlo una scelta comunque preferibile rispetto alle novità del nuovo sistema operativo. Come ha osservato Simon Batt di XDA-Developers, "le persone non vedono l'aggiornamento come qualcosa che valga la pena affrontare, anche quando è facilmente alla loro portata". Per chi utilizza il computer per attività ordinarie (navigare, scrivere, guardare film), il salto a Windows 11 appare dunque più come un cambio estetico che come una necessità reale e l'idea di modificare abitudini ormai consolidate resta un freno potentissimo.
Aziende lente, hardware vecchio e qualche fuga verso Linux
Nel settore business, la prudenza è ancora maggiore: molte aziende preferiscono sistemi collaudati, soprattutto quando sono alla fine del ciclo di supporto ma ancora funzionali ai processi interni. Il blocco ai SID duplicati che il mese scorso ha mandato nel panico centinaia di aziende (ne abbiamo parlato qui) non ha certamente aiutato ad aumentare la fiducia nelle novità offerte da Microsoft. Intanto, circa un milione di utenti ha scelto una strada diversa, migrando a Linux pur di non passare a Windows 11.
Un rischio per la sicurezza (e per l'ambiente)
La scelta collettiva di restare su Windows 10 solleva però interrogativi sul fronte della sicurezza. Microsoft ha infatti esteso gli aggiornamenti fino al 2026, ma come fatto notare dall'esperto di cybersecurity Zak Doffman su Forbes, la frammentazione tra sistemi aggiornati e non aggiornati potrebbe creare un terreno fertile per nuovi attacchi informatici, visto che il vecchio sistema operativo non garantisce più adeguata copertura contro gli hacker o le truffe di phishing. Sullo sfondo, spunta anche un possibile crisi ambientale, come la definisce la stampa americana, se tutti i dispositivi non compatibili dovessero finire prematuramente in discarica.