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“Sei indagato per pedofilia”, torna la mail di phishing con il logo dei carabinieri. Ma ora non chiede solo denaro

La finta mail dei carabinieri è un vecchio classico delle campagne di phishing. Vengono usati toni burocratici e loghi delle Forze dell’Ordine per spingere le vittime a pagare rimborsi fasulli da migliaia di euro o inviare documenti sensibili.
A cura di Valerio Berra
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Ormai ci sono i classici anche nelle truffe online. Negli ultimi mesi la finta mail dei carabinieri è comparsa nelle nostre caselle di posta in più formati. A una abbiamo anche provato a rispondere per vedere fin dove si possono spingere i criminali informatici. Nulla sua ultima versione però abbiamo registrato diversi dettagli più sofisticati del solito. A livello tecnico si tratta sempre di phishing, quelle campagne organizzate da criminali informatici che puntano a estorcere dati o somme di denaro ingannando gli utenti con identità fasulle.

La nuova mail presenta delle caratteristiche ricorrenti. C’è i logo dei carabinieri, c’è la firma di Teo Luzi, sempre citato comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e poi ci sono le fattispecie di reato contestate. Sempre le solite, giusto con qualche variante: “Pedopornografia, pedofilia, esibizionismo, cyberpornografia e traffico sessuale". I rischi penali, si spiega con dovizia di citazioni, sono alti: cinque anni di reclusione e 75.000 euro di multa.

La richiesta di documenti

La mail è stata mandata dall’account possiamoaiutarvicarabinieri39@gmail.com. L’oggetto sembrava far seguito a un’altra mail “Fwd: L'avviso legale è in formato PDF”. Tutta la falsa denuncia invece era contenuta in un Pdf in allegato, un documento che in ogni caso vi sconsigliamo di aprire quando arriva da account sospetti.

Negli altri casi che abbiamo analizzato, di solito con questa mail si chiedeva di inviare soldi. La formula era quella della TRANSIZIONE AMICHEVOLE. Si offriva alla persona indicata nella denuncia di inviare un bonifico di 3.900 euro per boccare subito ogni tipo di procedimento penale. Ora invece sembra che i criminali informatici preferiscano i documenti ai soldi.

Nel messaggio viene chiesto di rispondere via mail per scrivere le “nostre giustificazioni”, ma oltre a queste viene chiesta anche una copia della carta di identità e del passaporto o una bolletta dell’elettricità che deve essere datata entro tre mesi. Tutti documenti che ovviamente non è il caso di inviare, visto che poi possono essere utilizzati per creare identità false.

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