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Lotto e Superenalotto

La matematica dietro il SuperEnalotto: statisticamente è meglio non giocare

Dopo due anni è stato vinto il montepremi più alto di sempre, 90 persone si sono divise 4 milioni di euro attraverso la Bacheca dei sistemi. Ma funziona davvero?
Intervista a Nicola Parolini
Professore del Dipartimento di Matematica del politecnico di Milano.
A cura di Elisabetta Rosso
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“Non c’è niente di sorprendente nei 370 milioni vinti al SuperEnalotto”. La frase spiazza ma il ragionamento alla base funziona. Oggi l’Italia ha 90 milionari in più, dopo due anni di stop il montepremi più alto di sempre è stato vinto utilizzando la Bacheca dei Sistemi, la suddivisione in quote che permette di partecipare a un sistema in grado di puntare su più combinazioni ottimizzando la spesa.

Ogni anno milioni di persone puntano su sei numeri. Compleanni, santi, sogni visionari, strategie matematiche. Non funziona nulla. L’unico potere che può avere il calcolo probabilistico è quello di disincentivare ogni giocata. Per sfatare qualche pregiudizio e capire meglio come funziona la dinamica del SuperEnalotto abbiamo intervistato Nicola Parolini, professore del Dipartimento di Matematica del politecnico di Milano.

Quali sono le probabilità di vincere al SuperEnalotto?

La probabilità di aggiudicarsi il 6, sono circa 1 su  622.614.630 milioni. Bassissime.

Quindi statisticamente parlando, il modo migliore per guadagnare è non giocare.

Sicuramente. Anche perché il SuperEnalotto non è un gioco equon in quanto restituisce in premi solo il 60% ella raccolta. Quindi il montepremi sarebbe più alto di quello che si è accumulato in questi due anni, i 371 milioni vinti.

Vinti con la Bacheca dei sistemi, come funziona?

Dà al giocatore la possibilità di acquistare un elevato numero di combinazioni condividendo il prezzo dell’acquisto con molti giocatori. Io moltiplico la probabilità di vincere con il numero di combinazioni che sto comprando. I 90 vincitori dovrebbero aver comprato 600 schedine per 400 euro, quindi c’è un piccolo sconto sul prezzo d'acquisto, dato che una schedina costa un euro, e in più stai suddividendo la spesa con le altre persone con cui si dividono le quote.

Quindi l’unico vantaggio reale sta nel costo diviso. 

Sì, e poi dividi anche l’eventuale premio.

Ma esistono degli schemi che aumentano le probabilità o sono solo dei miti? 

No, assolutamente, non esiste nessuno schema che aumenta le possibilità di indovinare una scelta dei numeri estratti a caso. Giocare 100 combinazioni casualmente e giocarne 100 seguendo una certa regolarità o schema non cambia in nessun modo le probabilità di vincere.

Il montepremi così alto ha spinto molte persone a tentare la sorte con strategie e non. 

Hanno giocato di più nelle ultime settimane, perché il messaggio con il jackpot alto ha attirato moltissime persone. Ma il fatto che oggi si siano vinti 370 milioni non è sorprendente perché sui due miliardi all’anno che vengono incassati con le schedine giocate, il 60% viene distribuito in premi, il 17% va al jackpot, non essendo uscito nessun 6 per due anni il jackpot si è accumulato.

Oltre i 90 milionari vincenti ci sono miliardi di perdenti 

Non solo perdenti, ai 90 milionari in più, che sembrano tanti, bisogna affiancare altri numeri, quelli dei giocatori problematici. L’Istituto superiore della sanità ha stimato che più di 1 milione di persone in Italia ha un profilo di gioco problematico, e decine di migliaia di persone soffrono di gioco d’azzardo patologico.

Perché le persone sono spinte a giocare? 

Negli ultimi 20 anni c’è stata un’esplosione della pubblicità. A inizio anni 2000 c’era un giro d’affari di 20 miliardi, adesso è di 100 miliardi. Le persone sono più esposte e i messaggi sono sempre al limite della correttezza, per esempio dire che i sistemi aumentano le probabilità di vittoria, non è vero, o insistere sulle combinazioni dei numeri ritardatari.

Ecco per esempio i numeri ritardatari, esistono dal punto di vista statistico?

No, sfruttano un misconcetto che abbiamo tutti che ci porta a credere che in un'estrazione i numeri che sono usciti meno volte hanno più probabilità di comparire. In realtà ogni estrazione è indipendente da quella precedente e la probabilità è sempre la stessa. Numeri ritardatari sfruttano solo questo misconcetto.

Quindi anche giocare gli stessi numeri è inutile. 

Sì, ogni estrazione riparte da zero, non ha nessuna memoria di quella precedente.

E invece giocare tante volte, aumenta la probabilità?

La aumenta ma cresce proporzionalmente anche la spesa. Quindi bisogna mettere sul piatto il costo. Ci si deve chiedere rispetto alla somma che ho investito qual è la probabilità di aggiudicarsi un premio somma. E non è mai superiore quella di vincere. Anche perchè se no nessuno organizzerebbe giochi d’azzardo, l’unica certezza che si ha in questi giochi è che chi li organizza ci guadagna, e anche tanto.

Quanto?

In Italia il SuperEnalotto incassa un miliardo e mezzo, 2 miliardi l’anno, che è il numero delle combinazioni giocate. Fino a pochi anni fa distribuiva in premi il 35% dell’incasso ora il 60%, ma l’aumento è andato di pari passo con il costo, prima la schedina costava 0,50 centesimi ora un euro. Così si sono garantiti lo stesso guadagno gonfiando le cifre del montepremi.

Abbiamo detto che il Superenalotto è un gioco più iniquo ci sono giochi dove la statistica può aumentare le possibilità di vittoria?

Nessun gioco organizzato consente di avere una garanzia di vittoria. I giochi basati su eventi casuali non hanno strategie o meglio ce ne possono essere ma sono quelle che portano a quella che chiamiamo rovina del giocatore. Per esempio la strategia del raddoppio, se gioco alla roulette e decido che ogni volta che perdo raddoppio la giocata, con questa tecnica sulla carta avendo un budget infinito posso garantire che a un certo punto sarò in attivo. Il problema è che il budget infinito non ce l’ho. I punti critici sono due, non c’è garanzia di vincere entro un certo numero di giocate e poi se perdo tante volte quando vincerò la somma sarà minuscola.

Lei ha mai giocato?

No, mai. Forse da ragazzo ho giocato qualche volta al Totocalcio.

Prima ha detto che negli ultimi 20 è cresciuto il numero di giocatori. Il gioco d’azzardo è stato normalizzato? 

Sì, più che normalizzato forse non si è fatto abbastanza per raccontare tutte le possibili sfaccettature. Oltre alla pubblicità, proprio come viene raccontato. Dei soldi che sono stati giocati negli ultimi due anni dagli italiani ora si ricorderanno solo i 370 milioni vinti e ci si dimenticherà di tutti i miliardi che sono stati gettati al vento dagli italiani.

Conoscere la matematica può aiutare a prevenire il gioco d’azzardo?

Può essere un ottimo strumento preventivo, non terapeutico chiaramente. E molto facile in realtà la matematica che descrive i giochi d’azzardo, ci vuole poco per capire come funzionano. Basta capire la bassa probabilità combinata con l'iniquità del gioco. Ti fa comprendere con i calcoli che il gioco d’azzardo ripetuto ti porta inevitabilmente alla sconfitta, hai la certezza matematica. Noi abbiamo costruito anche un percorso didattico nelle scuole per spiegare agli studenti la matematica dei giochi. Per dare consapevolezza.

Dopo la vittoria qual è la probabilità di azzeccare il 6 di nuovo?

Le probabilità sono sempre le stesse, la cosa che cambia è il montepremi, perché il jackpot si accumula, a ogni estrazione il 17% del montepremi viene dedicato al jackpot.

Quindi anche la prossima potrebbe essere quella fortunata.

Esatto ma la probabilità rimane una su su 622 milioni.

NICOLA PAROLINI | Professore del Dipartimento di Matematica Polimi
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