Nudi fatti con l’IA, dopo la denuncia di Barra partono le indagini: l’indizio sul registro del sito

Come riporta l’agenzia stampa Ansa, ora la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla piattaforma denunciata da Francesca Barra, giornalista e volto tv. Come spiegato da Fanpage.it, parliamo di un sito che si basa sull’intelligenza artificiale per creare delle finte immagini di nudo. In gergo si chiamano deepfake o più nello specifico deepnude.
Interessante il reato su cui si indaga. Sempre secondo Ansa, riguarda proprio la diffusione di questo tipo di immagini. Parliamo di un reato appena introdotto nel codice penale. È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 23 settembre 2025, il nome esatto è: “Illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale”.
Cosa sappiamo del sito denunciato da Francesca Barra
Non sarà semplice risalire agli autori delle immagini e nel caso ai proprietari del sito. Dall’analisi che abbiamo fatto è chiaro che si tratta di un sito che opera all’estero, basato soprattutto su un un pubblico internazionale. Le pagine italiane erano solo una parte. Questo sito non è solo uno spazio per la condivisone del materiale, come avveniva ad esempio per Phica. C’erano degli spazi dedicati nello specifico alla produzione del materiale. Basta inserire l’immagine di chiunque e vederla trasformata in un nudo creato dall’intelligenza artificiale.
Le informazioni sul dominio
Il dominio del sito, al momento, risulta registrato a Reykjavik, capitale dell’Islanda. Ora. L’indirizzo specifico è Kalkofnsvegur 2, Reykjavik, Capital Region, 101. Il dato questa volta è curioso. È lo stesso indirizzo del The Icelandic Phallological Museum, il museo islandese dedicato ai peni del mondo animale. Sono conservati circa 320 esemplari di varie specie.
Il sito non è direttamente collegato con il museo. Ma c’è qualcosa di più. Come è emerso in un’inchiesta del New York Times pubblicata nell’ottobre del 2024, questo indirizzo è quello registrato da Withheld for Privacy, una società che offre un servizio di anonimato: permette a chi gestisce domini di nascondere la propria identità.
Il sito denunciato da Barra è stato lanciato nel 2014. Non possiamo sapere se abbia sempre ospitato questi contenuti negli ultimi 11 anni, né se sia sempre stato in attività. Di certo nonostante le leggi italiane, non sarà semplice farlo chiudere come successo con il caso Phica.