Il robot che firma al posto del Presidente: cos’è l’autopen e perché Trump la usa per attaccare Biden

L'autopen è stata brevettata secoli fa, eppure da quando Donald Trump l'ha definita "IL PIÙ GRANDE SCANDALO POLITICO NELLA STORIA AMERICANA!!!", dopo le elezioni del 2020 – quelle che ha perso – è tornata un argomento di attualità. L'autopen è una macchina che, grazie a meccanismi sofisticati, riproduce la firma di un individuo con penne o altri strumenti da scrittura, senza che la persona debba firmare manualmente ogni singolo documento. È uno strumento impiegato da decenni, in particolare da figure istituzionali come i presidenti degli Stati Uniti, per gestire in modo efficiente la grande mole di corrispondenza e documenti ufficiali da firmare.
La macchina ora è diventata protagonista di un acceso dibattito politico negli Stati Uniti. Secondo Donald Trump, Joe Biden avrebbe firmato documenti di rilevanza nazionale con un'autopenna. "È diventato sempre più evidente che i collaboratori dell'ex presidente Biden hanno abusato del potere delle firme presidenziali attraverso l'uso di un'autopenna per nascondere il declino cognitivo di Biden", ha spiegato in una nota ufficiale, "la firma di Biden è stata utilizzata su migliaia di documenti per attuare radicali cambiamenti politici".
La storia dell'autopen usata dai presidenti USA
L’utilizzo dell’autopen non è una novità: la sua invenzione risale al XIX secolo e già Thomas Jefferson ne possedeva una poco dopo il brevetto nel 1803. Molti presidenti, da John F. Kennedy a Barack Obama, hanno fatto ricorso alla macchina per firmare lettere di routine, diplomi, leggi e documenti. La Casa Bianca stessa ha reso pubblica la foto dell’autopen utilizzata da Lyndon Johnson. Secondo alcune fonti persino Harry Truman avrebbe utilizzato l'autopen.
Il dispositivo riesce a replicare fedelmente la firma a mano. Alcuni modelli avanzati sono in grado di utilizzare diversi tipi di penne e scrivere su materiali di varia consistenza e spessore. Il costo di queste macchine può variare da alcune migliaia fino a decine di migliaia di dollari, a seconda della tecnologia e del livello di personalizzazione richiesti.
L'accusa mossa da Donald Trump
Nonostante l’efficienza dello strumento, le accuse di Trump hanno riacceso il dibattito sulla trasparenza nell’uso dell’autopen, soprattutto per atti ufficiali di grande rilevanza politica. Trump stesso ha ammesso di utilizzare la macchina per documenti di scarso rilievo, ma ha condannato l’eventuale uso per firmare condoni o atti significativi.
Dal punto di vista legale, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si era già espresso nel 2005, affermando che il presidente non deve necessariamente apporre la firma di persona su un disegno di legge affinché questo diventi legge. "Sottolineiamo che non stiamo suggerendo che il Presidente possa delegare la decisione di approvare e firmare un disegno di legge, ma solo che, una volta presa questa decisione, può incaricare un subordinato di apporre la firma del Presidente sul disegno di legge". La dichiarazione ha contribuito a legittimare l’uso dell’autopen negli ambienti istituzionali.