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Il caso della kiss cam al concerto dei Coldplay può solo terrorizzarci

Non si tratta solo di un tradimento svelato da una kiss cam, ma di un allarme. Il caso dimostra quando sia facile perdere il controllo della propria identità digitale, siamo tutti potenzialmente a un frame di distanza dall’essere esposti, giudicati e manipolati.
A cura di Elisabetta Rosso
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Non dovrebbe tanto interessarci chi è Andy Byron, il Ceo di Astronomer sorpreso dalla kiss cam al concerto, o cosa ha fatto sua moglie quando ha scoperto il presunto tradimento con la collega Kristin Cabot. Piuttosto quanto sia semplice ricostruire vita, rapporti e professione di una persona partendo da un video di pochi secondi. Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima, i social sono diventati un terreno predatorio. Basta un frame, poche ricerche e qualche software online gratuito per rintracciare potenzialmente chiunque. Vale quindi soffermarsi un attimo sulle implicazioni distopiche di questa vicenda. 

Non è chiaro come il CEO di Astronomer sia stato identificato e chi abbia reso pubblico il nome per primo. Sappiamo però che è molto semplice risalire all'identità di un utente, attraverso strumenti di riconoscimento facciale come Pimeyes, giusto per citarne uno. Con l'evoluzione dei software potenziati con l'intelligenza artificiale la nostra identità è diventata un puzzle da montare disposizione di chiunque. 

E nonostante la convinzione che il processo karmico colpisca solo chi se lo merita – in questo caso due amanti a un concerto – in realtà chiunque e per qualsiasi motivo potrebbe essere smontato pezzo per pezzo sulla piazza pubblica. 

Nomi, carriere e scommesse: l'ascesa dello scandalo Byron

Il video della kiss cam è diventato virale, complice la morbosità che attecchisce gli animi quando si parla di tradimenti. In poche ore sui social è comparso il nome del CEO, quello della moglie, del responsabile HR, di un altro dirigente e i loro profili social. È stata ricostruita l'ascesa professionale dei soggetti coinvolti, le presunte relazioni e i commenti dei dipendenti. Su TikTok e Instagram ci sono già migliaia di influencer che cercano di districare l'intreccio e le testate giornalistiche hanno cavalcato l'onda della viralità pubblicato ricostruzioni dettagliatissime.

Non solo, come ha riportato Media 404, su Polymarket, il caso Byron è diventato una pretesto per scommettere. La piattaforma consente agli utenti di puntare pochi centesimi sull’eventualità che l’amministratore delegato di Astronomer perda il suo incarico. Non solo è apparsa anche una scommessa combinata che punta sul divorzio tra Byron e Cabot. Perché venga considerata valida non serve un comunicato ufficiale: basta un annuncio pubblico, che provenga direttamente da uno dei due o dai rispettivi coniugi.

L'arte del doxing

Siamo di fronte a un caso di doxing, ovvero la divulgazione pubblica (solitamente su internet) di informazioni su una persona. Di solito avviene senza il consenso e mira a smascherarla o punirla in qualche modo. Il doxing può manifestarsi infatti in diverse forme. Il deanonymizing doxing, che rivela l'identità di una persona, il targeting doxing, la diffusione di dettagli privati specifici della vita di un individuo e il delegitimizing doxing, la condivisione di informazioni volte a danneggiare la reputazione di una persona. Il caso Byron combina le tre forme. 

Negli ultimi anni, la diffusione di strumenti online per il doxing è aumentata significativamente, rendendo più facile la raccolta e la diffusione di informazioni personali senza consenso. Sempre più dati personali sono disponibili pubblicamente su social network e su database online, come registri pubblici, elenchi telefonici e siti aziendali. Alcuni siti web raccolgono tutti i dati da più fonti pubbliche e li organizzano in profili unici. Non solo, esistono strumenti automatici chiamati scraper che consentendo di monitorare, aggiornare e ampliare rapidamente le informazioni su una persona.

Ci sono poi i software di riconoscimento facciale che permettono di identificare una persona partendo da una foto, spesso caricata anche da utenti comuni. Questi strumenti usano intelligenza artificiale e grandi database di immagini raccolte sul web.

Identità esposte: la nuova era del doxing e della sorveglianza digitale

Al di là di giudizi, moralismi e simpatie il caso Byron mostra che basta pochissimo per perdere il controllo sulla propria identità. Le stesse tecnologie utilizzate per fare doxing su Byron & Co, sono impiegate per controllare familiari, ex partner e persone sospette. Non si tratta solo di rivelare l'identità, ma è possibile anche risalire a informazioni private, come indirizzi, numeri di telefono e orientamento sessuale.

La kiss cam, il video virale, la ricerca maniacale dell'identità mostrano quindi solo l'altra faccia della società della sorveglianza. Siamo tutti potenzialmente a un frame di distanza dall’essere esposti, giudicati e manipolati.

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