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I furti di carte Pokémon sono diventati un problema: in Giappone rapina da 94.000 dollari

A Kasamatsu, in Giappone, un impiegato di un negozio di carte collezionabili, assieme a dei complici, ha rapinato una rivale minacciandola con un coltello. È solo l’ultimo caso in un mercato sempre più colpito da furti e violenza.
A cura di Lorena Rao
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La febbre da carte Pokémon non colpisce solo i collezionisti, ma anche i negozianti. Lo scorso 14 giugno, a Kasamatsu, nella prefettura di Fukushima, un impiegato di un negozio di carte collezionabili di 35 anni ha tentato di rapinare una sua concorrente nel suo stesso quartiere. Ora è sotto arresto. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, l’uomo avrebbe minacciato la manager con un coltello e portato via 123 articoli, tra contanti e carte rare Pokémon, per un valore stimato di 13,7 milioni di yen, circa 94.000 dollari. Si tratta del terzo arresto legato alla vicenda. Le autorità parlano infatti di un’azione organizzata, che coinvolgerebbe più persone legate al mondo del collezionismo e del commercio di carte Pokémon.

Lo sfogo sui social della vittima

A rendere pubblici gli arresti è stata la stessa vittima della rapina, con vari post sul social X in cui ha espresso la sua frustrazione per essere stata aggredita da un altro commerciante della zona. Secondo il suo racconto, ci sono altri complici ancora a piede libero, motivo per cui ha deciso di diffondere la notizia sperando in segnalazioni utili. Mossa che si è rivelata corretta, dati i tre arresti effettuati lo scorso 9 luglio.

Intanto i post sono diventati virali, contribuendo a riaccendere il dibattito sulla sicurezza nei negozi specializzati e sulla crescente tensione intorno a un mercato, come quelle delle carte Pokémon, che muove ogni anno milioni di dollari. Sia in versione digitale, come dimostra il debutto eccezionale di GCC Pokémon Pocket, sia per quel che riguarda le carte da collezione reali. Basti pensare al clamore innescato dall'unicità della carta Popplio firmata da Papa Leone XIV, o alla truffa da centinaia di migliaia di dollari per le carte Pokémon Beta. Singole storie che però ribadiscono quanto sia incandescente l'atmosfera attorno alle carte collezionabili dei mostriciattoli nati neglli anni '90.

Il mercato delle carte Pokémon cresce, assieme ai furti

Negli ultimi anni, il gioco di carte collezionabili Pokémon ha vissuto un vero e proprio boom, trascinato anche dalla pandemia di Covid-19. Le carte più rare vengono vendute all’asta per cifre a cinque o sei zeri, e questo ha reso il settore sempre più vulnerabile a furti e rapine negli ultimi anni. Soprattutto in Giappone, dove il franchise è nato e ha un seguito enorme. Secondo i media locali, episodi simili si stanno moltiplicando. Tra i più noti, il colpo ad Osaka nel 2024 da parte di una coppia che ha interrogato i dipendenti di un negozio prima di rubare 100 carte collezionabili Pokémon dall'alto valore economico (10 milioni di yen, pari a 62 mila euro).

Le carte più ricercate – come quelle di Charizard, Pikachu Illustrator o le prime edizioni olografiche – finiscono poi sui circuiti di rivendita online, dove è difficile tracciarne la provenienza. E questo ha favorito la nascita di un mercato nero internazionale. Il giornale Le Monde racconta che persino i membri della Yakuza, la mafia giapponese, scoraggiati dalla stretta sulle attività illegali, si stanno dedicando al furto di carte Pokémon di alto valore, considerandole strumenti ideali per il riciclaggio di denaro: sono facili da nascondere, trasportare e vendere soprattutto all’estero. In un episodio, un dirigente di gang è stato arrestato per aver rubato 25 carte per un valore di 252.000 yen, circa 1.500 euro.

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