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“Facebook non protegge i dati degli utenti”, l’Ue prepara una multa da 1,3 miliardi di dollari

L’accusa arriva dal Comitato europeo per la protezione dei dati personali. Meta avrebbe consentito il trasferimento dei dati degli utenti europei verso i server degli Stati Uniti anche dopo un parere contrario dell’Unione europea.
A cura di Valerio Berra
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La notizia era stata anticipata da Bloomberg e ora è confermata anche dal Wall Strett Journal e dal New York Times. Le due testate statunitensi hanno annunciato che Meta dovrà pagare una multa da 1,3 miliardi di dollari (1,2 miliardi di euro) all’Unione Europea. La sanzione è stata annunciata dal Comitato europeo per la protezione dei dati personali. L’accusa rivolta a Meta è quella di aver trasferito i dati degli utenti europei nei server che si trovano negli Stati Uniti anche dopo il 2020, anno in cui proprio l’Unione Europea aveva stabilito che i dati inviati negli Stati Uniti non erano trattati rispettando tutti i regolamenti sulla privacy. L'indagine è stata fatta dalla Autorità irlandese per la protezione dei dati.

A preoccupare l’Ue erano soprattutto i possibili accessi da parte dell’agenzie di spionaggio statunitensi. La multa non riguarda tutte le piattaforme di Meta ma soltanto Facebook. Rimangono fuori tutte le altre app gestite dalla società di Mark Zuckerberg, a partire da Instagram e WhatsApp. Dalle informazioni arrivate fino a questo momento sappiamo che Meta farà ricorso e che al momento non chiuderà Facebook nell’Unione Europea. Dopo la sentenza Meta ha solo cinque mesi di tempo per rispettare le indicazioni dell’Unione Europea.

La posizione di Meta: "Multa ingiustificata"

Meta ha risposto con una nota ufficiale: "Faremo appello contro la sentenza e contro la multa ingiustificata e chiederemo una sospensione delle richieste attraverso i tribunali. Non vi è alcuna interruzione immediata di Facebook in Europa, la decisione include periodi di implementazione che dureranno fino alla fine di quest'anno". Il commento è firmato da Nick Clegg, President Global Affairs di Meta, e Jennifer Newstead, Chief Legal Officer. E sempre Nick Clegg ha spiegato che i rischi che secondo Meta possono arrivare da questa decisione: "Senza la capacità di trasferire dati oltre confine, Internet rischia di essere suddiviso in silos nazionali e regionali, limitando l'economia globale e lasciando i cittadini di diversi Paesi impossibilitati ad accedere a molti dei servizi condivisi su cui facciamo affidamento".

Le indagini sui dati raccolti da Meta

L'ente che si occupa della protezione dei dati personali nell'Unione Europea è il Comitato europeo per la protezione dei dati personali, l'acronimo è EDPB. Il presidente Andrea Jelinek ha dichiarato: "L'EDPB ha ritenuto che l'infrazione di Meta IE sia molto grave in quanto riguarda trasferimenti sistematici, ripetitivi e continui. Facebook ha milioni di utenti in Europa, quindi il volume di dati personali trasferiti è enorme. La multa senza precedenti è un segnale forte per le organizzazioni che gravi violazioni hanno conseguenze di vasta portata”.

Meta IE è una formula che indica la sede irlandese di Meta. Esattamente come fanno molte altre Big Tech anche Meta ha scelto l'Irlanda come sede europea per i suoi uffici. Le motivazioni sono ampiamente note: l'Irlanda da anni ha scelto di applicare una politica di dumping fiscale per le Big Tech, garantendo alle grandi aziende che si occupano di tecnologie un trattamento economico favorevole. Questo, unito al fatto che in Irlanda si parla inglese, rende più semplice per le Big Tech fissare la propria base europea a Dublino.

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