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È iniziata l’era degli insetti spia: cosa sappiamo sul drone zanzara che può spiare chiunque

Dalla Guerra Fredda alla biomimetica: i micro-droni sempre più sofisticati stanno rivoluzionando il campo della sorveglianza e minacciando la privacy globale. La loro storia è lunga e parte dagli anni ’70 quando la Cia aveva creato il prototipo di un libellula robotica.
A cura di Elisabetta Rosso
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Università NUDT: il prototipo del drone zanzara
Università NUDT: il prototipo del drone zanzara

Il sogno dei robot insetti esiste da decenni. I laboratori di intelligence per anni hanno cercato di realizzare dispositivi microscopici. Negli anni ’70, durante la Guerra Fredda, la CIA aveva creato il prototipo dell’Insectothopter, una libellula robot capace di volare e trasmettere suoni. Israele, invece, nel 2012 ha presentato dei micro-droni a forma di farfalla, dotati di telecamere e sistemi di comunicazione criptati, pensati per operazioni di intelligence a corto raggio. Ora la Cina ha realizzato il drone zanzara, progettato per svolgere operazioni segrete e missioni speciali sul campo di battaglia.

Il micro drone ha due ali simili a foglie, un corpo verticale nero e sottili zampe filamentose, è in grado di imitare fedelmente l’aspetto e il movimento di un insetto reale. Il dispositivo è dotato di telecamere e microfoni miniaturizzati per registrare immagini, audio e segnali elettronici. Il drone zanzara fa parte di una strategia più ampia. La Cina infatti da anni sta investendo nei sistemi di sorveglianza avanzati. Pochi mesi fa, il governo ha presentato il nuovo aereo Jiu Tian SS-UAV, in grado di lanciare oltre 100 droni e trasportare fino a 1.000 chilogrammi a quota di crociera.

Non stupisce. La guerra tecnologica ruota attorno a controllo dei dati, sistemi di sorveglianza e dispositivi intelligenti, in grado di agire ben oltre i confini tradizionali del conflitto armato. Il lancio del nuovo drone zanzara però solleva nuovi interrogativi sull’equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela della sicurezza e della privacy. Se usato in modo illecito, potrebbe diventare lo strumento perfetto per la sorveglianza di massa invisibile.

Come funziona il drone zanzara

Il drone “zanzara” è un micro-robot bionico, progettato per imitare fedelmente l’aspetto e il comportamento di una zanzara vera. Il nuovo prototipo è stato sviluppato in Cina dagli ingegneri della National University of Defense Technology (NUDT), con sede nella provincia cinese di Hunan. La biomimetica, cioè l’imitazione del comportamento e dell’aspetto degli esseri viventi, è al centro del suo funzionamento.

Le sue dimensioni, estremamente ridotte, non solo lo rendono difficile da individuare a occhio nudo, ma gli permettono anche di eludere i comuni sistemi radar, è quindi particolarmente utile per operazioni in ambienti chiusi o inaccessibili ai droni tradizionali.

Il lato oscuro della micro-sorveglianza

Il nuovo drone zanzara ha sollevato preoccupazioni. Come ha spiegato Sam Bresnick, ricercatore della Georgetown University, i dispositivi potrebbero essere utilizzati per operazioni di sorveglianza altamente invasive, come il tracciamento di individui o l’intercettazione di conversazioni private. Anche Timothy Heath, esperto di sicurezza presso il think tank RAND, ha sottolineato i rischi associati alla sorveglianza di massa, soprattutto in Cina. Le città del Paese infatti sono tappezzate da milioni di telecamere con l'intelligenza artificiale integrata, capaci di riconoscere volti, abitudini e movimenti.

Non solo, anche i criminali potrebbero usare i droni per sottrarre dati sensibili o spiare infrastrutture critiche. I droni hackerati possono trasformarsi in micro-spie, captare dati personali tramite Wi‑Fi e comprometterne la sicurezza degli utenti con attacchi mirati. Questi dispositivi quasi impercettibili, capaci di raccogliere immagini e suoni, senza essere intercettati, aprono scenari inquietanti non solo sul fronte militare, ma anche su quello civile.

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