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Cos’è la maschera ipossica, l’attrezzo usato da Silvert Bakken la notte in cui è morto

Silvert Bakken, 27 anni, è stato trovato morto mentre era in ritiro in Trentino. Secondo le prime ricostruzioni avrebbe dormito con una maschera ipossica, un dispositivo in grado di simulare la carenza di ossigeno che si può trovare in alta quota.
A cura di Valerio Berra
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L’ipossia è una condizione nota a chi pratica alpinismo ad alta quota. A volte i sintomi si avvertono già sopra i 2.500 metri ma nella maggior parte dei casi  tra i 3.000 e i 3.500 metri che si avvertono i primi problemi. Nausea, insonnia, difficoltà nel recupero degli sforzi e un senso di stanchezza. Nei casi più gravi: edema polmonare. L’ipossia è la mancanza di ossigeno e ora esistono maschere per replicare questa condizione.

La notte del 22 dicembre Silvert Bakken è morto. 27 anni, norvegese, Bakken era un atleta di biathlon ed era in ritiro in Italia. Nello specifico dormiva nell’Albergo Dolomiti al Passo di Lavazè, in Trentino. Bakken si stava preparando per le Olimpiadi di Milano – Cortina che inizieranno il prossimo febbraio. Dalle prime analisi sembra che la morte sia avvenuta nella notte, mentre Bakken indossava un maschere ipossica.

Non è ancora stato accertato un legame tra la morte di Bakken e la maschera ipossica. Bakken oltretutto in passato aveva sofferto anche di pericardite e aveva dovuto interrompere la sua carriera da atleta. E, lo specifichiamo, parliamo di un dispositivo che non è considerato doping. Non è nemmeno difficile da recuperare. Su Amazon si trovano tranquillamente dispositivi a partire da 40 euro. La trovate anche con l'acronimo ETM, Elevation Training Mask.

Come funzione la maschera ipossica

La maschera ha meccanismo abbastanza semplice. Di fatto grazie a una serie di filtri e valvole riduce l’ingresso dell’ossigeno nel nostro apparato respiratorio. A seconda dei modelli, i livelli di ossigeno dovrebbero diminuire tra 6 e 10 volte. La maschera si può utilizzare sia in allenamento, per simulare lo sforzo in altitudine, che a riposo, per simulare invece un acclimamento ad alta quota.

Ma quali sono gli effetti? Nonostante gli annunci di chi vende questi dispositivi, gli studi scientifici sono più cauti. Almeno quelli emersi fino a questo momento. Uno molto citato in queste ore risale al 2016 e si intitola Effect of Wearing the Elevation Training Mask on Aerobic Capacity, Lung Function, and Hematological Variables.

Qui sono stati studiati 24 soggetti mediamente allenati. Tutti sono stati sottoposti a un ciclo di allenamento ad alta intensità lungo sei settimane. Una parte con la maschera ipossica, una parte senza. Alla fine delle analisi è stato rilevato che il gruppo con la maschera non ha fatto registrare condizioni paragonabili a un allenamento in alta quota, anche se alcuni valori in effetti sono cambiati:

“Indossare l'ETM durante la partecipazione a un programma di allenamento ad alta intensità di 6 settimane con cicloergometro non sembra agire come un simulatore di altitudine, ma piuttosto come un dispositivo di allenamento dei muscoli respiratori”.

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